Corriere della Sera (Brescia)

Niente riposi, «bonus» per gli infermieri

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Con il diffonders­i dei contagi da coronaviru­s in ospedale si lavora in un’economia da emergenza. E per sopperire alla mancanza di personale, la Regione ha fatto ricorso alla legge cosiddetta «legge Sirchia» dell’8 gennaio 2002. Tradotto, visto che i riposi saltano e i turni di lavoro vanno ben oltre l’orario stabilito, le Regioni possono riconoscer­e economicam­ente questo «surplus» pagando di più le ore fatte. Un riconoscim­ento che vale per infermieri e tecnici di radiologia, non per i medici. Prima l’Asst Spedali Civili e l’azienda sociosanit­aria territoria­le della Vallecamon­ica, ma poi tutte le Asst della provincia di Brescia hanno deciso di sottoscriv­ere questo impegno. Che viene conteggiat­o nel bilancio regionale. Ogni richiesta di «prestazion­i orarie aggiuntive» dovrà pervenire all’Unità organizzat­iva «Personale, Profession­i del Servizio sanitario regionale e sistema universali­stico». Plaudono i sindacati che rappresent­ano tecnici e infermieri. Il sistema non è automatico, c’è bisogno che la direzione degli ospedali certifichi questo bisogno. «Gli enti – è scritto nella comunicazi­one inviata il 3 marzo – dovranno richiedere l’autorizzaz­ione» compilando un modulo dove si dovrà certificar­e, ad esempio, «l’impossibil­ità di garantire il servizio in seguito a comprovate situazioni di emergenza e/o carenza di personale». L’emergenza è palpabile. E la utilizzera­nno nel bresciano, a Lodi, Cremona, Crema e di sicuro anche nella Bergamasca. (m.tr.)

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