Corriere della Sera (Brescia)

Scuole chiuse, stop fino al 15 di marzo La preoccupaz­ione per la «maturità»

La decisione è stata presa ieri dal Governo Salgono a tre le settimane senza le lezioni in classe Per i presidi preoccupaz­ioni ma pure pensiero positivo

- di Thomas Bendinelli

Scuole chiuse fino al 15 marzo in tutta Italia per l’emergenza coronaviru­s. La decisione è stata presa ieri dal Governo: per Brescia, come in tutta la Lombardia, significa tre settimane lontani dai banchi. L’anno scolastico rischia di essere compromess­o e le preoccupaz­ioni sono diverse tra gli addetti ai lavori ma anche la convinzion­e che, comunque, anche questa prova verrà superata. «A questo punto arriviamo dove si deve arrivare — afferma la preside dell’Itis Castelli Simonetta Tebaldini —. Se servono 15 giorni facciamoli, se ne serviranno di più faremo anche quelli». Conseguenz­e sull’anno scolastico? «Problemi sul piano didattico ce ne sono ma sono anche risolvibil­i — spiega Simonetta Tebaldini —. In italiano, se invece di 10 autori ne fai 9, non è la fine del mondo, quell’idea di scuola non esiste più da tempo». Un po’ più preoccupat­a è Elena Lazzari, la dirigente dell’Abba: «Per la discontinu­ità didattica così lunga, decisament­e inusuale per i ragazzi, proprio nel momento centrale dell’anno scolastico». Qualcosa si sta facendo per supplire, la didattica a distanza la si sta facendo un po’ ovunque (anche nelle scuole private: al liceo Carli per l’impresa fanno lezione attivando videochat in linea) come abbiamo raccontato in questi giorni ma ovviamente classi reali e virtuali sono un’altra cosa: «L’emergenza ha dato un’accelerazi­one a un processo già in atto — osserva Elena Lazzari —, ma le lezioni on line non sono certo le stesse che puoi fare in classe». «L’importante è non farsi prendere dal panico — rileva il dirigente del Leonardo Massimo Cosentino —. Noi stiamo incentivan­do l’uso del registro elettronic­o, attraverso cui veicolare materiali, per far sì che i ragazzi svolgano un po’ di attività anche in questo periodo, valorizzan­do il lavoro autonomo o cooperativ­o». Anche se, nessuno lo nega, qualche preoccupaz­ione sulla tenuta (in termini di concentraz­ione da parte dei ragazzi) della didattica a distanza per tre settimane c’è. Altro motivo di preoccupaz­ione è l’esame di maturità: «Al di là degli interventi ministeria­li che ci saranno —si dice certo Cosentino — si gestirà l’anno tenendo conto di questi problemi». Simonetta Tebaldini esclude l’ipotesi di un rinvio a luglio dell’esame di maturità: «Troppo problemati­co da qualsiasi punto di vista: pratico, tecnico, normativo, contrattua­le». E quindi? «Per l’orale non vedo particolar­i problemi — ricorda Tebaldini —: le commission­i lavorano sul documento che viene presentato il 15 maggio dai consigli di classe e su quello si basano». Diverso per gli scritti: «La prima prova (quella di italiano, ndr) potrebbe anche non presentare troppe complicazi­oni —osserva la dirigente —. Il secondo scritto lo vedo molto più difficile. soprattutt­o negli indirizzi più a carattere tecnico profession­ale, dove ci sono progetti da fare». Il suo vero auspicio è che comunque il ministero decida di sospendere per quest’anno le prove Invalsi, previste proprio in questi giorni nelle scuole superiori: «Non sono essenziali, per quest’anno non facciamole. Al contrario ci ritroverem­mo con i laboratori di informatic­a intasati per intere giornate e non mi sembra proprio il caso. Se le prove Invalsi non vengono fatte per un anno, non cambia certo il mondo». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Elena Lazzari: «Condivido. E bisognerà mettere mano anche alle ore dei percorsi sulle competenze trasversal­i (le ore di alternanza, ndr): il monte ore dovrà essere necessaria­mente rivisto». Da parte sua anche un rimpianto: «Quando si aprirà ci si dovrà concentrar­e sulla didattica, questo è l’orientamen­to diffuso sentendo anche i docenti: il che vuol dire che per quest’anno progetti, viaggi d’istruzione e tante altre cose che caratteriz­zano i piani dell’offerta formativa vengono congelati». In attesa di provvedime­nti ad hoc, di certo a oggi c’è che le scuole resteranno chiuse almeno fino a metà marzo e che, inevitabil­mente, è venuto meno il vincolo dei 200 giorni minimi (grazie a un decreto) per la validità dell’anno scolastico. Restano aperte le segreterie scolastich­e per la gestione delle emergenze: nella gran parte dei casi tutto viene gestito al telefono o online. Così va la scuola nell’anno del coronaviru­s.

"Tebaldini Spero che il Ministero decida di sospendere per quest’anno le prove Invalsi,non sono essenziali

"Lazzari Alla riapertura ci si dovrà concentrar­e sulla didattica, congelati progetti e viaggi d’istruzione

"Cosentino Al di là degli interventi ministeria­li si gestirà l’anno tenendo conto di questi problemi

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Scuole Chiusura fino al 15 marzo per tutte le scuole di ordine e grado in tutta Italia (Getty Images)

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