Scuole chiuse, stop fino al 15 di marzo La preoccupazione per la «maturità»
La decisione è stata presa ieri dal Governo Salgono a tre le settimane senza le lezioni in classe Per i presidi preoccupazioni ma pure pensiero positivo
Scuole chiuse fino al 15 marzo in tutta Italia per l’emergenza coronavirus. La decisione è stata presa ieri dal Governo: per Brescia, come in tutta la Lombardia, significa tre settimane lontani dai banchi. L’anno scolastico rischia di essere compromesso e le preoccupazioni sono diverse tra gli addetti ai lavori ma anche la convinzione che, comunque, anche questa prova verrà superata. «A questo punto arriviamo dove si deve arrivare — afferma la preside dell’Itis Castelli Simonetta Tebaldini —. Se servono 15 giorni facciamoli, se ne serviranno di più faremo anche quelli». Conseguenze sull’anno scolastico? «Problemi sul piano didattico ce ne sono ma sono anche risolvibili — spiega Simonetta Tebaldini —. In italiano, se invece di 10 autori ne fai 9, non è la fine del mondo, quell’idea di scuola non esiste più da tempo». Un po’ più preoccupata è Elena Lazzari, la dirigente dell’Abba: «Per la discontinuità didattica così lunga, decisamente inusuale per i ragazzi, proprio nel momento centrale dell’anno scolastico». Qualcosa si sta facendo per supplire, la didattica a distanza la si sta facendo un po’ ovunque (anche nelle scuole private: al liceo Carli per l’impresa fanno lezione attivando videochat in linea) come abbiamo raccontato in questi giorni ma ovviamente classi reali e virtuali sono un’altra cosa: «L’emergenza ha dato un’accelerazione a un processo già in atto — osserva Elena Lazzari —, ma le lezioni on line non sono certo le stesse che puoi fare in classe». «L’importante è non farsi prendere dal panico — rileva il dirigente del Leonardo Massimo Cosentino —. Noi stiamo incentivando l’uso del registro elettronico, attraverso cui veicolare materiali, per far sì che i ragazzi svolgano un po’ di attività anche in questo periodo, valorizzando il lavoro autonomo o cooperativo». Anche se, nessuno lo nega, qualche preoccupazione sulla tenuta (in termini di concentrazione da parte dei ragazzi) della didattica a distanza per tre settimane c’è. Altro motivo di preoccupazione è l’esame di maturità: «Al di là degli interventi ministeriali che ci saranno —si dice certo Cosentino — si gestirà l’anno tenendo conto di questi problemi». Simonetta Tebaldini esclude l’ipotesi di un rinvio a luglio dell’esame di maturità: «Troppo problematico da qualsiasi punto di vista: pratico, tecnico, normativo, contrattuale». E quindi? «Per l’orale non vedo particolari problemi — ricorda Tebaldini —: le commissioni lavorano sul documento che viene presentato il 15 maggio dai consigli di classe e su quello si basano». Diverso per gli scritti: «La prima prova (quella di italiano, ndr) potrebbe anche non presentare troppe complicazioni —osserva la dirigente —. Il secondo scritto lo vedo molto più difficile. soprattutto negli indirizzi più a carattere tecnico professionale, dove ci sono progetti da fare». Il suo vero auspicio è che comunque il ministero decida di sospendere per quest’anno le prove Invalsi, previste proprio in questi giorni nelle scuole superiori: «Non sono essenziali, per quest’anno non facciamole. Al contrario ci ritroveremmo con i laboratori di informatica intasati per intere giornate e non mi sembra proprio il caso. Se le prove Invalsi non vengono fatte per un anno, non cambia certo il mondo». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Elena Lazzari: «Condivido. E bisognerà mettere mano anche alle ore dei percorsi sulle competenze trasversali (le ore di alternanza, ndr): il monte ore dovrà essere necessariamente rivisto». Da parte sua anche un rimpianto: «Quando si aprirà ci si dovrà concentrare sulla didattica, questo è l’orientamento diffuso sentendo anche i docenti: il che vuol dire che per quest’anno progetti, viaggi d’istruzione e tante altre cose che caratterizzano i piani dell’offerta formativa vengono congelati». In attesa di provvedimenti ad hoc, di certo a oggi c’è che le scuole resteranno chiuse almeno fino a metà marzo e che, inevitabilmente, è venuto meno il vincolo dei 200 giorni minimi (grazie a un decreto) per la validità dell’anno scolastico. Restano aperte le segreterie scolastiche per la gestione delle emergenze: nella gran parte dei casi tutto viene gestito al telefono o online. Così va la scuola nell’anno del coronavirus.
"Tebaldini Spero che il Ministero decida di sospendere per quest’anno le prove Invalsi,non sono essenziali
"Lazzari Alla riapertura ci si dovrà concentrare sulla didattica, congelati progetti e viaggi d’istruzione
"Cosentino Al di là degli interventi ministeriali si gestirà l’anno tenendo conto di questi problemi