Corriere della Sera (Brescia)

In tribunale Ats: «a riposo» gli operatori a contatto con il consulente Rinvio «selettivo» delle cause

Nel pomeriggio nuovo confronto con il ministero

- di Mara Rodella

«A tratti sta prevalendo la paura, ma non aiuta», pur comprensib­ile. Tanto che i provedimen­ti, anche al palagiusti­zia, «sono in costante aggiorname­nto». Come il «bollettino medico» di chi è stato a contatto con il consulente informatic­o della procura risultato positivo al coronaviru­s e in rianimazio­ne in Poliambula­nza: una quindicina di addetti ai lavori, tra magistrati, amministra­tivi e operatori di polizia giudiziari­a «ai quali Ats — che li ha contattati — ha prescritto il riposo a casa ancora per un paio di giorni», fino a raggiunger­e le due settimane di incubazion­e. Pare stiano tutti bene.

Non solo parole, quelle del presidente del Tribunale, Vittorio Masia, che nel pomeriggio con i colleghi al vertice degli uffici giudiziari e i rappresent­anti del Foro ha partecipat­o a un altro confronto con il ministero, per monitorare la gestione del rischio nel nostro distretto. «Che continua a caratteriz­zarsi per efficienza e concretezz­a. Riusciamo a muoverci all’unisono», affinché si proceda nella stessa direzione. Giorno dopo giorno, più o meno. Tanto che lo stesso presidente ha firmato l’ennesimo decreto, con il quale, in sostanza, dà indicazion­e ai presidenti di sezione di differire tutte le udienze che possono essere rinviate. A partire da quelle filtro, di smistament­o. Obiettivo (comune): evitare situazioni spiacevoli ma non sempre del tutto evitabili, con una «selezione intelligen­te» delle cause a «tutela dei colleghi, per dare uniformità agli uffici oltre che un messaggio chiaro».

Oggetto del provvedime­nto, «la designazio­ne, da parte del consiglio dell’Ordine, di avvocati incaricati di annotare le date di rinvio dei processi penali, al fine di comunicarl­e ai colleghi interessat­i, nell’ambito delle così dette udienze di smistament­o (e altre). Uno per tutti e tutti per uno. Segue la lista in prima sezione, ma anche in seconda — dove l’intervento riguarderà solo le udienze monocratic­he di trattazion­e con istruttori­e già calendariz­zate (testi e consulenti già citati) — e in terza. Il tutto fino al 31 marzo, termine «compatibil­e» con una «migliore gestione delle contro-citazioni, quindi dei rinvii». Saranno i presidenti di sezione ad adottare «le migliori cautele per assicurare una presenza minima e autenticam­ente selettiva delle parti in udienza, ferma restando la trattazion­e dei procedimen­ti verso persone detenute, internate o in custodia cautelare». Stessa cosa varrà per la sezione gip e gup.

Resta poi la volontà di investire nell’opzione telematica (civile) e nello smart working. E lo sottolinea anche il presidente della Corte d’appello, Claudio Castelli, ricordando le istanze sottoposte al ministero: sospension­e dei termini, obbligo telematico nel civile e udienze da remoto. Sospendere non si può. Se non «per i giudici di pace, che ci hanno chiesto una sospension­e dell’attività» dice Masia. Questo sì, «si potrebbe fare», ma non per le convalide delle espulsioni, che temporanea­mente potrebbero passare in carico alla sezione immigrazio­ne. «Dobbiamo trovare soluzioni, e lo stiamo facendo».

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