Piantoni: rimpianto per la mostra saltata ma forse verrà allestita durante la corsa
Il fascino (diciamo, piuttosto, la soluzione obbligata) dello streaming ha toccato anche la presentazione della 1000 Miglia, andata in scena al Palazzo della Loggia per chi voleva seguirla dal vivo.
Per i veri appassionati, in realtà, l’unico dispiacere è stato di non potere vedere dal vivo «Crossing the Future», lo spazio allestito al Salone di Ginevra, annullato sul filo di lana per l’emergenza coronavirus. Era una bella idea per mostrare come l’automobile abbia caratterizzato il nostro mondo e come continuerà a evolversi in futuro. Difficile trovare qualcuno capace di raccontarlo bene — e in modo spettacolare — quanto gli organizzatori della rassegna ginevrina (nata 90 anni fa) e la 1000 Miglia, la cui prima edizione risale al 1927. Il Palaexpò è alle spalle quindi Aldo Piantoni, l’amministratore delegato di 1000 Miglia srl, ci parla del futuro imminente.
Ci preme sapere della mostra: cosa ne farete?
«L’abbiamo smontata a malincuore: sarà installata durante la corsa oppure in un evento a parte, da realizzare prima, sempre a Brescia. C’è anche la voglia di portarla a Milano, in occasione del Salone del Mobile a giugno, ma ovviamente bisogna vedere come evolverà la situazione».
I pochi ad averla intravista a Ginevra dicono che fosse splendida.
«Sono felice. Abbiamo creato un tunnel multimediale che consente di interagire nelle varie epoche della Mille Miglia, raccontando l’innovazione e la tecnologia anche in altri settori. È un’occasione per fare cultura, non solo sull’automobile».
Obbligati a parlarne: prevedibile qualche equipaggio in meno per effetto dell’allarme coronavirus, anche se mancano oltre due mesi alla partenza?
«Lecito chiederselo, perché il 70% dei concorrenti arriva dall’estero con 32 Paesi rappresentati. Al di là del fatto che abbiamo una lista d’attesa con 200 equipaggi, le posso dire che sinora non abbiamo avuto la sensazione di un atteggiamento negativo da parte di chi si è iscritto alla corsa. Restiamo ottimisti».
Avete chiesto di far diventare la 1000 Miglia un Patrimonio Immateriale dell’Unesco.
«Insieme all’ACI Brescia e in collaborazione con il Comune è stato preparato il processo di candidatura per iscriverla alla lista. Parliamo di un’eccellenza del nostro Paese in grado di coniugare tradizione, innovazione, creatività e bellezze paesaggistiche. Non a caso, Enzo Ferrari la definiva “un museo viaggiante unico al mondo”. Speriamo di riuscire nell’impresa».
Che cosa le piace in particolare dell’edizione 2020?
«Il passaggio da Amatrice nella seconda tappa per portare la testimonianza a chi tiene duro in una zona difficile. E l’omaggio nel logo alla Vittoria Alata che torna in città dopo un restauro di due anni: porteremo Brescia con noi in giro per le strade più belle d’Italia».