Assalto a Green Hill: assolti tutti gli attivisti
Era il primo luglio 2019. La corte di Cassazione annullò la sentenza pronunciata dai giudici della Corte d’appello di Brescia nel maggio di un anno prima, con la quale condannarono — a pena tra gli otto e i dieci mesi, già ridotte rispetto a quelle inflitte in primo grado — nei confronti di dodici animalisti a processo per l’irruzione a Green Hill, l’allevamento di beagle destinati alla sperimentazione nei laboratori di tutta Europa che aveva sede a Montichiari. Un blitz che risale al 28 aprile 2012, finalizzato alla «liberazione» di alcuni degli esemplari. Ne furono prelevati a decine, fattrice e cuccioli: in tutto quasi un centinaio di animali, che furono poi dati prima in affidamento — non senza fatica — poi in adozione definitiva alle famiglie, non solo bresciane naturalmente.
Dopo il rinvio degli atti al Palagiustizia, inevitabilmente con «indicazioni» procedurali ben chiare, al termine del processo d’appello bis tutti gli attivisti sono stati assolti dall’accusa di furto aggravato. A vario titolo: perché il fatto non sussiste, o perché non costituisce reato. Focus, in punta di diritto, sulla specificità del dolo contestato in relazione al «profitto» ottenuto in conseguenza del reato.
Sono ormai passati quasi otto anni da quel blitz — improvviso ma in realtà non così inaspettato — nei padiglioni della multinazionale americana Marshall (i vertici sono stati a loro volta condannati in via definitiva per animalicidio e maltrattamento di animali). L’ultimo atto di una serie di proteste, manifestazioni e presidi che andavano avanti da tempo. «Li abbiamo solo salvati» hanno sempre sostenuto gli animalisti. Qualcuno di loro passò la notte anche in carcere. Tre mesi dopo, in luglio, Green Hill fu posto sotto sequestro dalla Digos su disposizione della magistratura.L’estate successiva si arrivò alla chiusura definitiva, dopo la condanna dei dirigenti della multinazionale americana che se ne andò da Brescia.
«Una sentenza importantissima. Siamo orgogliosi di aver sostenuto le spese legali di una nostra socia e di aver contributo per tutti e tre i gradi di giudizio a quelle degli altri imputati»: ad affermarlo è Gianluca Felicetti, presidente della Lav, alla luce del verdetto con il quale si è chiuso ieri il processo d’appello bis. «Se oggi Green Hill è chiuso per sempre — continua — è anche grazie alla determinazione di questi dodici ragazzi: salvare gli animali non è un reato». Da Green Hill sono passati oltre 2.700 beagle: maltrattati e uccisi indiscriminatamente, hanno stabilito i giudici. (m.rod.) © RIPRODUZIONE RISERVATA