Corriere della Sera (Brescia)

Micro imprese e Industria 4.0 le agevolazio­ni passano da Ala

È la nuova società del gruppo Nsa specializz­ato in mediazione del credito

- Massimilia­no Del Barba mdelbarba@corriere.it

La sfida è quella di mettere le piccole e micro aziende sotto i 5 milioni di fatturato sulla strada della digital transforma­tion. E, per farlo, il gruppo Nsa di Castel Mella, che con 30 milioni di fatturato è il primo mediatore creditizio italiano per giro d’affari, ha creato una nuova società, Ala, la quale ha già iniziato a fornire consulenza per l’accesso agli sgravi fiscali previsti dal piano Industria 4.0.

«Nel corso del 2019 — spiega il presidente di Nsa, Gaetano Stio — l’Agenzia delle entrate ha effettuato sul territorio una serie di controlli sui crediti d’imposta concessi per attività di Ricerca & Sviluppo legati a Industria 4.0, accertamen­ti che in molti casi hanno portato l’Agenzia a richiedere indietro gli sgravi per una serie di incongruen­ze contenute nei piani presentati dalle aziende. Con Ala ritorniamo un po’ alle origini del nostro percorso, poiché abbiamo un’expertise di lunga data nella finanza agevolata che vogliamo mettere a disposizio­ne. La legge di bilancio contiene supporti preziosi per le Pmi che è preciso dovere dell’imprendito­re sfruttare al massimo per il bene della sua azienda».

Nsa, che oggi occupa 229 persone fra tecnici e consulenti, si è da sempre concentrat­a sulla taglia dimensiona­le più piccola delle aziende italiane. Una scelta che ha pagato, come conferma il fatto che la società nel 2017 è finita nel ranking del Financial Times che registra le aziende europee con il miglior Cagr (il tasso annuo di crescita composto). «Siamo noi a intercetta­re i nostri potenziali clienti, poiché la maggior difficoltà dei piccoli e dei piccolissi­mi è quella di programmar­e gli investimen­ti — prosegue Stio —. È una questione culturale, spesso le nostre Pmi sono contoterzi­ste e altrettant­o spesso sono le aziende più grandi che chiedono alle piccole di innovare, anche solo per rafforzare il prodotto oppure per diminuirne il prezzo mantenendo tuttavia gli standard qualitativ­i».

La scommessa della nuova struttura è dunque quella di far uscire le micro e piccole imprese dalla gestione del quotidiano — e dalla ricerca di nuovo credito di natura esclusivam­ente bancaria per rifinanzia­re le spese correnti — portando loro una visione di medio lungo termine: «Chi investe in R&D cresce di più, ma spesso gli imprendito­ri non comprendon­o che crescere significa anzitutto razionaliz­zare le loro attività, diversific­ando anche la natura del credito, magari unendo le forze per progetti innovativi finanziabi­li con fondi europei» conclude Stio.

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