Corriere della Sera (Brescia)

Raid razzista contro i nomadi La parola alla balistica

A processo Ennio Albiero: un anno fa diede fuoco a un camper. L’autodifesa «Non ho sparato»

- Di Mara Rodella

A processo con l’accusa di tentato omicidio si è sempre difeso negando di aver sparato, ma l’accusa sostiene che sia stato lui, la notte del 2 gennaio di un anno fa, a prendere il fucile, appiccare il fuoco a un camper a Lonato in cui viveva una famiglia di nomadi e poi a sparare contro Luca Cari, 41 anni, che era uscito svegliato dal fumo. Ennio Albiero, 62 anni, agricoltor­e, il suo odio per i nomadi non l’aveva mai nascosto, ma assicura che lui il grilletto non l’ha premuto. Decisivo, nel processo in abbreviato, la consulenza del perito balistico ottenuta dal difensore, l’avvocato Gianfranco Abate.

Davanti al gip, in fase di indagine, si avvalse della facoltà di non rispondere. Lui, la sua versione, agli inquirenti non l’ha mai fornita. Ma una cosa, pur nel silenzio, la sostiene con fermezza: «Io non ho mai sparato». Eppure Ennio Albiero, 62 anni, agricoltor­e di casa a Padenghe, è a processo con le accuse di tentato omicidio e incendio doloso, con l’aggravante dell’odio razziale. Il gip, Alberto Pavan, ha ammesso il rito abbreviato su giudizio immediato, condiziona­to all’escussione del consulente balistico della difesa, così come chiesto dall’avvocato Gianfranco Abate. Perché decisive, ai fini del verdetto, si rivelerann­o proprio le conclusion­i degli esperti.

«Sono tutti ladri», diceva il signor Ennio. Erano riusciti a entrare pure a casa sua, per rubare, e nessuno lo smuoveva dalle sue convinzion­i: «Colpa degli zingari», ribadiva agli amici, senza fare troppo mistero delle sue presunte intenzioni: «Prima o poi la pagheranno». A luglio del 2019 finì in manette. I fatti risalgono però a sei mesi prima. Era la sera del 2 gennaio quando raggiunse Bettole di Lonato, fino al campo nomadi in cui viveva una famiglia di sinti italiani. Con sé l’agricoltor­e portò un fucile e alcune taniche di benzina. E in piena notte, mentre tutti stavano dormendo, secondo la ricostruzi­one dell’accusa, diede fuoco a due roulotte. Le fiamme, il caldo improvviso e il fumo intenso svegliaron­o uno dei proprietar­i del camper: Luca Cari, 41 anni, uscì per capire cosa stesse succedendo, ma sarebbe giusto finito nel mirino di Albiero, il quale avrebbe esploso diversi colpi a pochi metri di distanza, salvo poi fuggire. Uno colpì Cari alla spalla: le sue grida misero in salvo la sua compagna e i genitori anziani che si trovavano nella roulotte accanto.

Importanti, per arrivare all’arresto dell’agricoltor­e, sono state non solo le testimonia­nze di chi lo conosceva («gliel’aveva giurata») ma anche il bossolo di un fucile da caccia trovato vicino ai mezzi in fiamme.

Agli atti è finita la consulenza balistica disposta durante le indagini dal pm, Carlo Pappalardo, dalla quale emerse la compatibil­ità del bossolo con le armi dell’imputato. Ma l’esperto incaricato dalla difesa, Romano Schiavi, giunge a conclusion­i diverse. per l’accusa non solo quel bossolo proviene da uno dei fucili di Albiero, è pure stato sparato la notte dell’agguato. «Per noi invece non c’è alcuna certezza — spiega l’avvocato Abate — Sembra, al contrario, un bossolo datato nel tempo (almeno un mese prima) sia per il livello di ossidazion­e sia perché sarebbe più volte stato arrotato dai veicoli di passaggio e, ancora, presenta un segno sull’otturatore compatibil­e con una temperatur­a esterna estiva, non di gennaio».

Seconda questione dirimente: la distanza degli spari. «Ogni cartuccia contiene 130 pallini — analizza ancora la difesa — Nella spalla della persona offesa ne sono stati trovati tre, che non hanno raggiunto i tessuti ossei. Impossibil­e, per noi, i colpi siano stati esplosi a quattro metri. Se così fosse, sarebbero di rimbalzo. Altrimenti sono stati sparati da almeno una trentina di metri». Si torna in aula a luglio, per il confronto balistico.

L’agguato La notte del 2 gennaio 2019 l’imputato andò a Bettole di Lonato: appiccò le fiamme ai camper di una famiglia sinti e per l’accusa sparò a un 41enne

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Il sopralluog­o dei carabinier­i a Bettole di Lonato il mattino dopo l’agguato. Furono loro a recuperare un bossolo vicino al camper incendiato
I rilievi Il sopralluog­o dei carabinier­i a Bettole di Lonato il mattino dopo l’agguato. Furono loro a recuperare un bossolo vicino al camper incendiato

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