Di Stefano (Ordine dei medici): le strutture resistono
Il presidente dell’Ordine dei medici Ottavio Di Stefano arriva in Loggia trafelato, ha appena partecipato a un incontro in Prefettura su salute e sanità per fare il punto. In Loggia deve invece intervenire all’appuntamento «per ringraziare gli operatori medici» voluto dal sindaco e dalla delegata alla Sanità in consiglio comunale Donatella Albini. Ne approfitta per richiamare un concetto molte volte circolato sottotraccia in questi giorni: «Da questa situazione dobbiamo trarre un grande insegnamento, dobbiamo ripensare al valore del nostro sistema sanitario nazionale. I casi aumentano ma per ora tutti i nostri operatori e tutte le nostre strutture stanno resistendo. Con una dedizione al di là delle aspettative». Ritorna sul valore del sistema sanitario nazionale: «Guardate che negli Usa sono terrorizzati: perché hanno grandi eccellenze ma hanno anche grandi disuguaglianze e temono di non essere attrezzati ad affrontare la situazione». Di Stefano restringe il campo: «C’è un problema di reperimento dei dispositivi di protezione individuale: si dovrebbe sbloccare a breve ma il disagio c’è». Non solo, ci sono anche tanti medici, infermieri e tecnici che si stanno ammalando (oltre uno su dieci tra i positivi: sono quelli in prima linea), e ci sono quindi casi di ambulatori che funzionano con due medici laddove fino a pochi giorni ve n’erano cinque. E poi ci sono anche tutti gli altri, i cittadini che non hanno il coronavirus, «e che però non hanno smesso di ammalarsi». Dopo l’appello lanciato dall’ordine nei giorni scorsi i medici (pensionati o anche giovani) che hanno già risposto sono 34 e si farà in modo di renderli operativi in tempi brevi. Ipotizza piani eccezionali per avere nuove strutture, «magari Covid dedicate». Ritorna sul sistema sanitario: «È un bene prezioso e il tema della salute va riportato al centro di tutte le politiche». Prima di lui parlano Luigi Peroni, presidente dei tecnici sanitari (quelli che in questi giorni fanno tamponi e radiografie) per dire che «la partita la si sta giocando fino in fondo, consapevoli dei rischi». E così Stefania Pace, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, e Fernanda Maturilli del Collegio Ostetriche. «Le strutture sanitarie sono sotto stress ma sono popolate da altissima professionalità e umanità — dice il sindaco Del Bono —. La cittadinanza sta accettando le prescrizioni e i limiti con un senso della comunità molto alto: i casi di violazione sono pochissimi e di solito non dolosi». Poi un appello sulla diffusione delle notizie incontrollate via social: «Le istituzioni devono essere trasparenti ma bisogna fidarsi». Donatella Albini richiama al senso delle parole: «Quelli in atto non sono divieti ma comportamenti solidali di prescrizione reciproca». A tutela dei più deboli e «nell’interesse superiore della salute della nostra città».