Lo sport a porte chiuse lascia a casa 24.250 tifosi
Danni economici per le società che chiedono aiuti al governo
Le modalità non sono cambiate e resteranno tali almeno sino al 3 aprile, ma ieri sono state modificate nuovamente la data e l’orario di SassuoloBrescia: il recupero della ventiseiesima giornata sarà disputato lunedì 9 marzo alle ore 18.30 a porte chiuse. Non è solo il principe tra gli sport di squadra ad essere però penalizzato dal giro di vite imposto dal governo nelle ultime ore per risolvere l’emergenza sanitaria. Ad essere penalizzato è soprattutto l’esercito nutrito degli appassionati di ogni disciplina: Brescia, tra città e provincia, ha il merito di essere la seconda città italiana (dietro a Firenze) per partecipanti ai massimi campionati nazionali. Stimando gli spettatori medi delle sette società di punta, «condannate» a chiudere le porte sino al tre aprile prossimo (il rugby, dove Calvisano porta lo scudetto sul petto, sta ancora valutando il da farsi), i tifosi «in quarantena» sono per ora 24.250. La parte del leone la fa il club presieduto da Massimo Cellino, con la sua affluenza periodica di 15 mila persone circa, 10 mila delle quali sono abbonate: perderanno solo la sfida salvezza con il Genoa tra due settimane. Subito dietro arriva la Germani, tra le più preoccupate per le conseguenze della vicenda. Il club rinuncerà a 4.150 spettatori medi, secondo i dati diffusi dalla Legabasket, per tre incontri, contro Fortitudo (domenica alle 18.30), Treviso e Sassari.
Va male anche agli appassionati di pallavolo: la Banca Valsabbina Millenium, di casa a Montichiari nella Serie A1 femminile, raduna circa 1.800 persone per ogni gara casalinga e ne dovrà giocare tre a porte chiuse.
La Centrale del Latte maschile, ad oggi, ne ha in calendario solo una (domenica contro Reggio Emilia) e perderà mille presenze fisse al San Filippo. Sono i numeri che vantano anche Feralpisalò e Basket Orzinuovi, a tutti gli effetti team professionistici pur militando nella terza e seconda serie delle rispettive discipline: la squadra del presidente Pasini, chiamata a un tour de force con quattro match interni, raggiunge i tre zeri così come i bassaioli, con sede sportiva al Pala George. A questi vanno aggiunti i 300 fedelissimi della An di pallanuoto, che non fa pagare il biglietto per entrare nella piscina di Mompiano e avrà danni economici meno ingenti.
Ecco ottenuto il numero globale di 24.250, oltre il 12% della popolazione cittadina: gli sportivi costretti a guardare le proprie squadre alla tv o al computer sono un paese in movimento, sarebbero secondi solo a Desenzano (29 mila abitanti) e Montichiari (26 mila). Caldo il tema rimborsi. Sin qui, Germani-Venezia
di martedì in Eurocup è l’unico match per il quale si è resa obbligatoria la restituzione della cifra investita. Ma ci sono gli abbonati al campionato che, ovunque, reclameranno un riconoscimento economico per il servizio mancante.
Il Codacons si è già attivato, ogni club sceglierà la strategia da usare. Il Brescia, che già dovette cancellare la gara bonus in Coppa Italia per i lavori di ampliamento al Rigamonti, è tutelato dal regolamento: specificava, al momento delle sottoscrizioni, la possibilità di variazioni o annullamenti senza proprie responsabilità.
Gli altri sport devono fare i conti con un ammanco economico in proporzione più rilevante rispetto al dio pallone. Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, è stato il primo a chiedere al governo la sospensione dei versamenti tributari e fiscali per le società, almeno finché l’emergenza non sia superata.
Ieri si sono unite in coro alcune società di Serie B di calcio. E il volley tende l’orecchio interessato, per procurarsi almeno un cuscinetto nel caso in cui alcuni sponsor, penalizzati a loro volta dalla situazione, diminuissero il proprio impegno a fine stagione. I tifosi sono in ferie forzate, le società no: il Coronavirus non può minare la salute anche dei club.