I 30 anni del Consorzio Franciacorta Produzione stabile, sale l’export
Brescianini: «La sfida della crescita alle nuove generazioni»
Tempo di bilanci per il Consorzio Franciacorta, che ieri, giovedì 5 marzo, ha compiuto i suoi primi trent’anni di vita. Il 5 marzo 1990, a Colombaro di Corte Franca, un piccolo gruppo di produttori della Franciacorta fondò infatti il Consorzio di Tutela, con Paolo Rabotti, fondatore di Monte Rossa, quale primo presidente.
«Sono entrato nel consiglio del Consorzio a metà degli anni Novanta — commenta l’attuale presidente, Silvano Brescianini, dg di Barone Pizzini —. Ero il più giovane del gruppo, emozionato dall’onore di poter condividere il tavolo con alcuni tra i più importanti nomi del panorama viticolo nazionale. Allora si immaginava una Franciacorta leader nazionale in qualità, volumi e prezzo, ciò che oggi diamo per scontato ma che allora sembrava utopistico. E non ci sentiamo appagati, sappiamo che il bello deve ancora venire, oggi le nuove generazioni stanno raccogliendo il testimone e sono certo sapranno continuare l’ambizioso percorso intrapreso, con la stessa passione, determinazione ed entusiasmo dei loro padri».
La ricorrenza è stata però anche l’occasione per fare un punto su mercati e produzione. Nell’insieme, il 2019 ha registrato una crescita in volumi pari allo 0,2%, e una crescita in valore del 2,2% rispetto al 2018. A una situazione sostanzialmente stabile in termini di volumi si affianca una crescita del 3,9% nel giro d’affari. Il mercato interno rappresenta l’88,7% del venduto in termini di volumi, sostanzialmente stabile rispetto al 2018.
«L’assestamento delle vendite riscontrato nell’anno precedente — si legge in una nota — è frutto di un attento e ponderato lavoro delle cantine che, a seguito delle gelate del 2017 e della conseguente compromissione delle produzioni, hanno compiuto uno sforzo per distribuire i propri prodotti in modo equilibrato, cercando di accogliere la crescente richiesta, ma allo stesso tempo assicurare ai consumatori la disponibilità dei propri vini anche per gli anni a venire». Per quanto riguarda l’export, che costituisce il restante 11,3%, con un tasso di crescita pari al 2,7%, a livello di singole nazioni si conferma in testa la Svizzera, che rappresenta il 18,4% dell’export totale, in lieve crescita. Segue a poca distanza il Giappone, che rappresenta nel 2019 il 17,8%, riacquistando tassi di crescita positivi rispetto alla prima parte dell’anno. Seguono Germania (12,6%), Stati Uniti (12,0%), Belgio (5,0%) e Regno Unito (4,1%).