Ambulatori chiusi alle visite di routine «Così recuperiamo medici e infermieri»
La Regione Lombardia ha deciso di sospendere tutte le attività ambulatoriali nelle strutture pubbliche e private, tranne quelle urgenti e non differibili per fronteggiare l’emergenza coronavirus. L’annuncio è arrivato ieri sera dall’assessore al Welfare Giulio Gallera. Si tratta di una misura finalizzata a recuperare medici e infermieri da utilizzare nei reparti di terapia intensiva e pneumologia. La disposizione, che segue quella dello stop al 70 per cento degli interventi programmati, diventerà operativa su tutto il territorio regionale a partire da lunedì. Sarà inserita nel provvedimento governativo, in arrivo oggi, su indicazione della Regione Lombardia, che lo recepirà «con una linea guida della direzione generale Welfare», annuncia Gallera.
Dalla prossima settimana, quindi, i medici di base potranno prescrivere solo le visite ritenute «urgenti». E i pazienti cronici? «Se sono indifferibili e urgenti faranno le visite, altrimenti no». Stessa risposta per chi ha in agenda una visita, anche prenotata mesi fa. «Ogni giorno abbiamo 200 persone in più da ricoverare nei nostri ospedali. Se abbiamo personale, riusciamo ad aprire più posti letto, ricoverare i malati e reggere l’urto». Il provvedimento durerà un paio di mesi in via straordinaria, finché l’emergenza non rientrerà.
Per fronteggiarla, occorre aumentare i posti in terapia intensiva e il personale ospedaliero. Ad oggi la Regione ha attivato 321 nuovi posti letto in rianimazione dedicati al coronavirus e assunto 136 sanitari. All’ospedale di Lodi sono arrivate 83 nuove unità, tra cui cinque medici e otto infermieri dell’esercito. Altri dieci medici e otto infermieri militari arriveranno oggi all’ospedale di Seriate; a Crema sono stati assunti cinque infermieri e due medici. La Regione, inoltre, non esclude di accettare la disponibilità offerta dai medici delle ong. Mentre oggi all’ospedale militare di Baggio arriveranno i primi due casi di persone contagiate dimesse dagli ospedali che necessitano di isolamento: uno da Brescia e uno da Bergamo. Sul reperimento dei dispositivi per la protezione individuale destinati a chi è impegnato in prima linea nel
l’emergenza sanitaria è l’assessore al Bilancio Davide Caparini a tracciare il bilancio di «una vera e propria speculazione a livello internazionale». In Lombardia si è passati «da un consumo annuale di
150mila mascherine a un fabbisogno di 150mila mascherine al giorno. Passate da 0,010 euro al pezzo a 1,4 euro».
Mentre i milanesi risultati positivi al Covid-19 sono saliti a 86, si registra il primo contagio in una scuola materna della città: un bambino dell’Istituto comprensivo statale Gattamelata. Un terzo magistrato del Tribunale di Milano è stato contagiato: al momento una cinquantina di persone sono in auto isolamento e sono state sospese le udienze ordinarie in calendario fino al 16 marzo. In un video in inglese su Twitter il sindaco Beppe Sala ha lanciato un appello agli «amici di Milano nel mondo»: «Non vediamo l’ora di tornare a darvi il benvenuto nella nostra città».
Sulle misure economiche in attesa la prossima settimana dal governo, il presidente della Regione Attilio Fontana è tornato ieri in una diretta su Facebook. In particolare, sul congedo parentale, il governatore ha auspicato che «almeno un genitore possa rimanere a casa con i figli continuando a prendere lo stipendio e parallelamente che l’azienda venga risarcita». Il vicepresidente Fabrizio Sala ha specificato che il governo «sta lavorando a una doppia soluzione: congedo parentale e voucher baby sitter». La Regione sottolinea poi l’impegno nella massima trasparenza in questa situazione di emergenza, con una media di otto comunicati al giorno e costanti aggiornamenti in diretta sui social.