Pagamenti digitali: Satispay cresce in provincia
È spuntato anche qualche cartello: «Prevenzione da coronavirus. Paga con Satispay: puoi farlo qui». Il monito dell’Organizzazione mondiale della sanità che invita tutti i cittadini a limitare l’utilizzo di contanti e carte di credito tradizionali in quanto, come dichiarato, «il denaro può catturare ogni tipo di batterio o di virus», sta dando una inattesa mano al fintech. Crescono dunque gli esercenti abilitati sul territorio nazionale, che hanno raggiunto quota 100 mila per un milione di clienti. E crescono anche quelli in provincia di Brescia: oltre 2.200, di cui 600 solamente in città. Molte le caffetterie, ma l’applicazione si fa strada anche fra i professionisti in alternativa al Pos.
È spuntato anche qualche cartello: «Prevenzione da coronavirus. Paga con Satispay: puoi farlo qui». Il monito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che invita tutti i cittadini a limitare l’utilizzo di contanti e carte di credito tradizionali in quanto, come dichiarato, «il denaro può catturare ogni tipo di batterio o di virus», sta dando una inattesa mano al fintech.
Lo dimostrano i dati pubblicati ieri, appunto, da Satispay: la ex start up nata a Cuneo nel 2013 da cui oggi (dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano) passa un terzo dei pagamenti in negozio via smartphone ha raggiunto proprio in questi giorni di emergenza sanitaria la soglia psicologica del milione di utenti e dei 100 mila esercenti al network di mobile payment alternativo alle carte di credito e di debito (utilizzabile da chiunque abbia un conto corrente bancario, l’app permette di scambiare denaro con i contatti della propria rubrica telefonica e pagare nei punti vendita ed e-commerce convenzionati con la stessa semplicità con cui si invia un messaggio).
Crescono dunque gli esercenti abilitati sul territorio nazionale. E crescono anche quelli in provincia di Brescia: oltre 2.200, di cui 600 solamente in città. «Il vantaggio di sistemi di pagamento contactless come il nostro — ragiona il Ceo, Alberto Dalmasso — è quello di poter scambiare denaro tra privati a distanza e, nei negozi, di pagare senza maneggiare contanti né di appoggiare il telefono sul Pos che toccano quelli che pagano prima. Per questo sono molti gli esercenti che caldeggiano il pagamento con Satispay».
Un sistema che, fra le altre cose, incentiva i micropagamenti digitali: per gli esercenti non sono previsti costi di attivazione o canoni mensili, ma una commissione fissa di 20 centesimi per i pagamenti superiori a 10 euro, mentre tutti gli incassi inferiori non prevedono commissione. Prosegue Dalmasso: «A Brescia è stato fondamentale il supporto di Banca Valsabbina, con la quale abbiamo stretto una partnership due anni fa. Dalle caffetterie, il luogo forse più difficile dove pagare senza cartamoneta, ci siamo progressivamente allargati anche ad altri settori commerciali fino ai taxisti, alle partite Iva e ai professionisti (psicologi, avvocati, ecc, ndr) per i quali la nostra soluzione costa meno del mantenimento di un Pos». Ora per Dalmasso però è l’ora di completare, da parte del governo, l’ultimo miglio: «Sistemi come il nostro sono digitalmente tracciabili, eliminiamo dunque l’inquinante scontrino cartaceo».