«InVece», il lato virtuale di Raffaello Un viaggio in 3D tra le incisioni
Bello, spregiudicato, tutto genio e sregolatezza, osannato dalle mangiatrici di uomini, trattato come un dio (pagano) dal popolo, dai papi e da Vasari. E, ora, anche dopato dalla realtà virtuale: nella sala in velluto blu della Pinacoteca c’è un Raffaello a 3 dimensioni.
È un’esperienza irrituale, teatrale, infusa di infinte connessioni e dannatamente cool: un’installazione (griffata camerAnebbia) con cui, da ieri e fino al 16 giugno, Brescia Musei rende onore e grazie al magister a 500 anni dalla morte. InVece, lo show alla Tosio Martinengo, è un viaggio onirico, immersivo e digitale tra le incisioni di Raffaello e delle collezioni bresciane. Un’esperienza che lambisce ogni confine spazio-temporale, amalgama passato e presente e permette al pubblico di vedere (e zoomare) ogni centimetro delle opere a 3 dimensioni.
L’hanno allestito per non creare crisi di astinenza e attacchi di isteria: il Redentore del conte Tosio, infatti, è stato prestato alla mostra iperprenotata — 77 mila biglietti venduti — appena aperta alle Scuderie del Quirinale di Roma
(gli studenti del Gambara hanno approfittato della partenza dell’opera per restaurane la cornice). L’idea di Brescia Musei in qualche riga: per ogni capolavoro che lascia a tempo determinato la città, ne arriva un altro ospite. Il format si chiama «Ptm andata e ritorno». Stavolta, però, nessun feticcio al posto dell’originale: l’allestimento diventa uno spazio virtuale.
Per il viaggio nelle incisioni non bisogna spostarsi di un centimetro: basta sfiorare un touch-screen e fissare la parete. «Le opere diventano quinte teatrali: i personaggi sono distribuiti nello spazio, come se si esibissero su un proscenio. Il pubblico può far ruotare ogni dettaglio, ingrandirlo, osservarlo da punti di vista diversi» racconta Matteo Toracellini di camerAnebbia. Non serve indossare un paio di ArtGlass: «Abbiamo preferito non ricorrere a nulla che occludesse la vista. È un’esperienza collettiva, non solitaria». Oltre ad essere il preludio alla mostra grafica su Raffaello in Santa Giulia (la vernice a settembre), InVece è un «progetto che ci ha portati a essere scelti dal ministero degli Affari esteri per rappresentare la cultura italiana in Europa, nella ricorrenza raffaellesca, con la nostra traveling exhibition» dice Francesca Bazoli, presidente di Brescia Musei. Se per il vice sindaco Laura Castelletti la cultura è un antidoto al coronavirus — «È importantissimo guardare avanti, facendosi aiutare dalla bellezza del patrimonio artistico» —, per Stefano Karadjov, direttore della Fondazione, InVece «rende cool qualcosa che normalmente è considerato di nicchia. Abbiamo aperto i depositi che contengono un patrimonio di incisioni che ha pochi eguali al mondo, e gli abbiamo dato una struttura innovativa e moderna».
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Bazoli
Il Ministero ha scelto questo progetto per rappresentare la cultura italiana in Europa