Il ritorno di Ceron dopo 464 giorni «Che emozione rientrare in campo»
«Gli allenamenti procedono, sento la fiducia di tutto lo staff»
Nonostante la sconfitta e l’eliminazione dall’EuroCup, la partita di martedì contro la Reyer Venezia ha regalato alla Germani (e non solo) una nota più che lieta. Dopo 464 giorni di un calvario che sembrava non avere fine, contraddistinto da due operazioni alla testa e un infortunio al tendine della gamba rimediato al primo allenamento stagionale vero e proprio, Marco Ceron è finalmente tornato in campo lasciandosi alle spalle le sofferenze e i timori che hanno contrassegnato la sua vita nell’ultimo anno e mezzo. Un ritorno a calcare il parquet di gioco che profuma di rinascita e permette alla guardia veneta di rendersi disponibile già per il prossimo impegno casalingo della Leonessa domenica contro la Fortitudo Bologna (ore 19.00, la gara sarà a porte chiuse).
Ceron, quale la sensazione di tornare in campo?
«Strana e bella. Già soltanto il fare la borsa per andare alla partita è stato particolare. Solo quando sono entrato nello spogliatoio del PalaLeonessa e ho visto la mia maglia appesa ho veramente compreso che tutta questa storia era alle spalle».
Ha da poco smaltito l’infortunio alla gamba che ha fatto slittare il suo rientro, si aspettava una convocazione di Esposito proprio per una partita di EuroCup?
«Alla fine del primo allenamento con la squadra non sapevo se il coach mi avrebbe portato in panchina o meno. È stato Luciano D’Ancicco, il preparatore atletico, a dirmi che ero tra i 12 convocati».
Ci racconta il momento in cui Esposito le ha detto che era giunto il suo momento di entrare in campo?
«Ero in panchina che incitavo i miei compagni, quelli già in campo o pronti ad entrare. Quando ho sentito il coach gridare il nome Marco, ho pensato tra me e me chi fosse questo Marco. Ho impiegato un secondo a capire che ero io! A quel punto sono corso al cubo dei cambi. Non ricordo neppure dove ho lanciato il sovramaglia. Ho giocato solo 4 secondi ma per me significano molto. È stato un gran bel gesto da parte del coach».
Peccato il rientro in campo in un PalaLeonessa a porte chiuse…
«Non avevo mai assistito a una partita a porte chiuse, sembrava di essere ad un’amichevole. Nonostante l’assenza del pubblico, i tifosi avevano lasciato uno striscione per me e ho sentito gli applausi delle poche persone presenti quando sono sceso in campo».
Ora si entra nel vivo della stagione e serve il miglior Marco Ceron. Come procedono gli allenamenti?
«Gli allenamenti stanno andando bene, ho sempre più autonomia. Le gambe, il fiato, la forza stanno tornando quelle di un tempo e poi le confesso una cosa: l’infortunio alla gamba credo mi abbia fatto bene, in un certo senso…».
Sarebbe a dire?
«Prima di farmi male alla gamba, avevo ancora nella mente il tarlo dell’infortunio alla testa. Anche quando mi allenavo con le giovanili per recuperare la forma ero timoroso di andare a rimbalzo, memore dello scontro aereo di quello sciagurato 25 novembre 2018. Una volta patito l’infortunio alla gamba però, è come se la paura di farmi nuovamente del male alla testa fosse scomparsa».
Quindi mi sembra di intuire che non tutto il male sia venuto per nuocere…
«Esatto! Certo, il rientro è slittato di due mesi però ti confesso che mi sento mentalmente molto più pronto adesso rispetto a tre mesi fa».
Ora che è tornato a essere un giocatore della Germani a tutti gli effetti e pronto a dare il suo contributo in campo, avete parlato con il coach riguardo al suo pieno rientro nelle rotazioni di squadra?
«Coach Esposito monitora continuamente la mia condizione. All’ultimo allenamento abbiamo provato una situazione di gioco dove sono coinvolto anche io. L’inserimento in un meccanismo di squadra che sta girando da mesi è, per forza di cose, graduale e anche io dovrò fare la mia parte nell’entrarvi. Sento però la piena fiducia di tutto lo staff tecnico e dei miei compagni».
Come valuta la stagione della Leonessa fino ad oggi?
«Fino ad ora abbiamo disputato una stagione più che eccellente. Siamo arrivati a giocarci l’accesso ai Playoff di EuroCup all’ultima partita e non è poco. Abbiamo avuto un piccolo calo dovuto ai tanti impegni che abbiamo avuto ma adesso dobbiamo finire bene per non gettare via ciò che di buono abbiamo raccolto finora. Basta poco a far diventare mediocre questa stagione, dipende solo da noi».
Ceron
Ero in panchina a incitare i miei compagni, quando ho sentito il coach gridare il nome Marco ho impiegato un secondo a capire che ero io! Ho giocato solo 4 secondi, ma per me ha significato molto: è stato davvero un gran bel gesto da parte sua