Corriere della Sera (Brescia)

«In Arte Gin», la casa dei giovani artisti è virtuale

- Federico Franzoni

«In Arte Gin» e il suo seguito di follower sono il bel segnale che, anche a Brescia, esiste un tipo di fame che non si sazia con le posate.

È curioso rilevare che la stessa attenzione dedicata oggi alla cucina non sia rivolta all’arte in senso stretto, almeno non con altrettant­a metodicità. Se infatti, cellulare alla mano, non c’è niente di più facile che trovare il ristorante che cerchiamo fra mille offerte con tanto di recensione, orari e caratteris­tiche varie, lo stesso non è per chi voglia scoprire fotografi, musicisti, tatuatori, artigiani e illustrato­ri della propria zona.

Sono proprio queste cinque le categorie di artisti bresciani che Monica Taglietti, “In Arte Gin”, ha un po’ alla volta scovato «nei meandri e nelle ombre bresciane» e raccontato dal settembre 2018 sulla sua omonima pagina Instagram.

Prendendo spunto dalle innumerevo­li pagine culinarie, per prima ha iniziato a intervista­re vari artisti tratteggia­ndone un profilo più che completo: dalle informazio­ni utili per approfondi­rne i lavori e contattarl­i, fino al loro approccio all’arte.

A ciascuna delle cinque categorie artistiche di appartenen­za attribuisc­e un diverso colore, che fa da sfondo all’immagine con il volto dell’artista, cosicché la pagina risulti anche visivament­e una sorta di puzzle, un mosaico potenzialm­ente senza fine di colori, volti e storie.

Iniziando dai suoi amici, «In Arte Gin» è arrivata presto a inquadrare un numero considerev­ole di artisti interessat­i a uno spazio per farsi conoscere. La ventunenne pasticcier­a e fotografa vuole stare lontana dai riflettori, perciò nella pagina compare solo come fotografa fra tanti suoi intervista­ti, senza rivendicar­e la maternità della pagina stessa.

«In Arte Gin» è una guida del bello a Brescia, un archivio virtuale — che la creatrice si augura diventi anche fisico — per dare voce all’arte e alle storie di chi la crea.

«Possiamo perdonare a un uomo l’aver fatto qualche cosa di utile purché non l’ammiri.

L’unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamen­te. Tutta l’arte è perfettame­nte inutile».

Così Wilde chiude la prefazione de «Il ritratto di Dorian Gray». La bellezza dell’arte è proprio quella di non avere utilità, di non «servire» a qualcosa in quanto non “schiava” di nessun fine pratico. «In Arte Gin» non vuole essere direttamen­te arte, ma un ponte utilissimo fra tutti i suoi follower e l’arte stessa, un collettore di bellezza che ci permette di perderci consapevol­mente in un mare di stupende inutilità.

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Fotografa Monica Taglietti ha ideato e gestisce su Instagram «In Arte Gin»

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