Trovata la clinica tampone
La casa di cura San Camillo disponibile ad accogliere i pazienti per alleggerire gli ospedali
L’emergenza non è finita: per gli esperti il picco dei contagi dovrebbe arrivare a giorni e i malati hanno toccato quota 260. Intanto sarebbe stata individuata la struttura (una sorta di clinica tampone) dove inviare i convalescenti alleggerendo gli ospedali per acuti. Ci si è concentrati sulla clinica S.Camillo.
Ogni sera il bollettino regionale ricorda che i decessi da coronavirus sono legati a persone anziane, con almeno una patologia cronica. In realtà, a lottare tra la vita e la morte in un letto di rianimazione ci sono anche i giovani. In Poliambulanza, per esempio, un medico di 38 anni è da giorni intubato nel reparto di Terapia intensiva: lavorava all’ospedale di Cremona ed è stato tra i primi a prendersi cura di una paziente di 32 anni, poi risultata positiva al virus e ricoverata lei stessa in un letto d’ospedale. Come pure il cosiddetto paziente 1 di Codogno, che ha 38 anni ed è ancora in rianimazione.
L’aggressività del virus è tale che il numero dei contagi è in continuo aumento anche nel bresciano: dai 16 casi di fine febbraio si è passati agli 83 di lunedì 2 marzo, fino ai 265 che si contavano ieri mattina. Poi nel pomeriggio nuovi casi, tra cui quello del prefetto Attilio Visconti risultato positivo al test. Nel frattempo il numero dei decessi in provincia non accenna a fermarsi: ieri erano diventate 18 le croci, di cui sette a Orzinuovi e cinque a Brescia.
Nel capoluogo il numero dei contagi sta emergendo: si contano 37 positivi su una popolazione di 200 mila abitanti. A Orzinuovi, invece, i residenti sono circa 13 mila, con 37 contagiati. E il sindaco Giampietro Maffoni ha chiesto a tutti i bar di abbassare la propria serranda nel weekend. Secondo gli esperti il picco dei contagi in provincia potrebbe arrivare nelle prossime due settimane. Di certo la pianura è l’area più colpita: Montichiari si è svegliata con otto positivi e un decesso; Manerbio conta cinque contagi, a Leno (sei positivi) si è ammalato anche un medico di famiglia. A Montirone la conta dei positivi è già arrivata a 12, sei casi sia a Quinzano (tra cui due decessi) e altrettanti nella piccola Borgo San Giacomo. «All’inizio quest’epidemia è stata presa come qualcosa che non ci riguardava, ora ci sono invece la consapevolezza e il timore» dice il sindaco Giuseppe Lama. Sul territorio c’è anche qualche medico di famiglia in quarantena: sono risultati positivi al virus un camice bianco di Orzinuovi, un altro di Leno e un pediatra che lavora nell’hinterland di Brescia.
Intanto la conta dei positivi continua a crescere: 361 i nuovi casi di coronavirus registrati ieri in Lombardia, per un totale di 2.612 pazienti positivi. Quasi due terzi sono ricoverati in un letto d’ospedale (1.622) mentre 309 sono in una terapia intensiva e 135 sono deceduti. Cresce il bisogno di letti di rianimazione: il Civile ha messo a disposizione la Prima rianimazione, quella cardiochirurgica e alcuni posti del risveglio post operatorio per un totale di 25 letti. Nei 16 letti di Rianimazione della Poliambulanza i posti sono tutti pieni. L’emergenza quindi è già qui. Ecco perché l’assessore Giulio Gallera ieri sera ha rilanciato l’appello agli over 65 affinché restino in casa e riducano i contagi: «Se non adottiamo atteggiamenti radicali, non ci sarà una discesa dei contagi ma solo una crescita».
Anche Esine ed Edolo hanno ampliato la rete di posti con 51 letti tra l’Unità di Pneumologia e la Medicina di Esine, così da isolare i casi. Letti di altri reparti, invece, saranno utilizzati per patologie internistiche non legate al Covid-19. Ci sono esigenze di cura che devono inevitabilmente andare avanti.