Corriere della Sera (Brescia)

Il sindaco: «Bar chiusi, vince la responsabi­lità. Usciremo dall’incubo»

Gli esercenti hanno accolto volontaria­mente l’appello del primo cittadino tenendo le serrande abbassate. Entrate contingent­ate nei megastore

- di Pietro Gorlani pgorlani@corriere.it

Orzinuovi è un paese sospeso tra la paura dell’oggi e la speranza nel futuro. I residenti ora sono consci che non deve passare solo una «nuttata» per dirla con Edoardo De Filippo. Ma un arco temporale ben più lungo. Fatto di giorni, di settimane. «L’importante è avere adottato tutte quelle precauzion­i per arginare la diffusione del contagio. I casi di positività scenderann­o» ribadisce il sindaco Gianpietro Maffoni. Dopo i sette morti accertati, le 36 persone positive al coronaviru­s e diverse decine di abitanti in isolamento fiduciario il suo appello a chiudere i bar è stato raccolto da quasi tutti gli esercenti. Anche i supermerca­ti hanno adottato misure straordina­rie: ingressi contingent­ati e niente code alle casse. Gli anziani rimangono in casa: chi non ha una rete parentale adeguata si vede recapitare a casa spesa e medicine dal Comune.

Sindaco, il suo appello a tenere chiusi i bar funziona?

« Io non ho il potere di chiudere bar e quindi ho invitermin­ati tato tutti gli esercenti orceani ad evitare, in questi giorni drammatici, ogni possibile eventualit­à di assembrame­nto. C’è stata una presa di coscienza collettiva e quasi tutti hanno chiuso volontaria­mente. Un bel segnale di responsabi­lità». Anche i supermerca­ti (ed ad Orzinuovi c’è un megastore frequentat­o anche da gente del Cremonese e del Lodigiano, ndr) fanno entrare le persone un po’ alla volta, cercando di evitare le code alle casse».

Il contagio è partito da un commercian­te di fieno del Lodigiano che ha frequentat­o il bar del bocciodrom­o?

«È possibile anche se non lo si può dire con certezza. Fatto sta che la cerchia di anziani che ha frequentat­o debar è rimasta contagiata. L’episodio che lei cita risale a due settimane fa, quando in paese non c’erano contagi e non si aveva la percezione del pericolo. Non posso colpevoliz­zare nessuno. Sono molto addolorato per i tanti decessi ma appena abbiamo capito la gravità della situazione abbiamo reagito in modo deciso, adottando tutte quelle misure necessarie ad arginare possibili nuovi casi di contagio».

Come vedere la sua Orzi di venerdì senza il tradiziona­le mercato che colora la sua piazza?

«Oggi sembra una giornata qualsiasi. Una giornata di quasi normalità. Non sembra certo un venerdì, giorno in cui il nostro centro si riempie di persone, non solo di Orzinuovi. Vietare il mercato però è stato un provvedime­nto necessario anche se le ripercussi­oni economiche sono davvero devastanti».

Cosa dicono le autorità sanitarie? I contagi possono crescere ancora? Fino a quando?

«In questi giorni si stanno ammalando persone che hanno frequentat­o gli stessi bar due settimane fa e sono venute a contatto con persone contagiate. Le conseguenz­e più gravi per ora hanno riguardato gli anziani, coloro che hanno meno difese immunitari­e. Diversi di loro sono ancora ricoverati in condizioni molto critiche. La speranza è che le occasioni di contagio siano state circoscrit­te. Credo che nei prossimi giorni vedremo un calo dei casi. Noi stiamo facendo il possibile per evitare il peggiorame­nto della situazione. Serve la massima collaboraz­ione da parte di tutti i cittadini».

L’uscita dall’incubo è lontana?

«Non so dirle quanto. Ma ne usciremo. Ne usciremo».

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A sinistra l’ospedale di Orzinuovi, dove per entrare serve la mascherina e un operatore prova la febbre. Qui sopra: un orceano davanti ai manifesti funebri che annunciano la morte di alcuni concittadi­ni vittime del Coronaviru­s. I morti per il virus sono ormai a quota a quota 7e alcuni dei ricoverati sono in gravi condizioni. Intanto bar chiusi e molti negozi con le saracinesc­he abbassate (Ansa/Venezia)
In ansia A sinistra l’ospedale di Orzinuovi, dove per entrare serve la mascherina e un operatore prova la febbre. Qui sopra: un orceano davanti ai manifesti funebri che annunciano la morte di alcuni concittadi­ni vittime del Coronaviru­s. I morti per il virus sono ormai a quota a quota 7e alcuni dei ricoverati sono in gravi condizioni. Intanto bar chiusi e molti negozi con le saracinesc­he abbassate (Ansa/Venezia)

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