Corriere della Sera (Brescia)

Ospedale da campo alla fiera

Ipotesi concreta per liberare letti negli ospedali. Mille e cento i contagiati da coronaviru­s, oltre 90 i decessi

- M. Tr.

Tende della Protezione Civile dentro il polo espositivo di Brescia, dove ricoverare i pazienti meno gravi o in attesa di tamponi e non intasare le strutture ospedalier­e, ormai al collasso. È questa l’ipotesi operativa che è al vaglio di Regione, Prefettura ed autorità sanitarie e confermata da Donatella Albini, consiglier­a comunale con delega alla Sanità. Un’ipotesi confermata indirettam­ente anche dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Pietro Foroni: «Stiamo cercando delle strutture da riconverti­re, che potranno essere anche requisite dai Prefetti». I convalesce­nti dimessi ma non ancora negativi al virus invece dovrebbero essere ospitati al centro pastorale Paolo VI, la struttura ricettiva della diocesi, in via Calini.

Intanto cresce ancora il numero delle persone positive al Covid 19, 1.100 i contagiati. I decessi ufficiali (alle 13 di ieri) sono 88, ben 33 in più in sole ventiquatt­rore.

Sono ormai 1.100 i bresciani contagiati dal Coronaviru­s e più di 90 i morti accertati. Una progressio­ne che ha portato in provincia 174 contagi in più in un solo giorno mentre in tutta la Lombardia si contano 5.791 positivi, di cui 3.319 ricoverati, 466 in terapia intensiva e 896 dimessi. Ma l’attenzione sul Bresciano rimane alta.

«Non c’è un farmaco né una cura, perciò — ha detto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera — bisogna fare di tutto per interrompe­re il contagio. Misure più forti sono l’unica strada». Di qui l’esortazion­e a non uscire di casa se non per esigenze forti o di lavoro. Dagli 805 casi del 9 marzo si è passati nel bresciano a oltre mille contagi, con 33 nuovi decessi registrati ieri di cui la metà (14) nel capoluogo.

A Brescia città sale ancora il numero dei positivi (+35), continua a crescere anche in altri paesi di medie dimensioni come Desenzano (21), Lonato (12 casi), ma anche Bagnolo Mella (26), Montichiar­i (23) e diversi comuni della Franciacor­ta come Chiari (16). Sono 44 i casi in Vallecamon­ica, di cui dieci a Darfo. Nella Bassa bresciana emergono invece i contagi delle scorse settimane: a Borgo San Giacomo i positivi salgono a 25, mentre «frena» a Orzinuovi (+2) dove i contagiati totali sono 75.

Anche Pavone Mella ieri si è trovata a piangere la prima vittima del coronaviru­s. «È un 85enne che aveva delle patologie pregresse» spiega la sindaca Maria Teresa Vivaldini, che dalla sua abitazione chiama i compaesani in isolamento, chiede loro se hanno bisogno di aiuto e coordina le attività di volontaria­to. «Purtroppo c’è un’altra persona che è ricoverata in condizioni critiche». L’ombra nera della morte per Covid 19 fa capolino anche a Palazzolo dove ieri i casi sono raddoppiat­i (da 4 a 8) e dove si sono registrati i primi due decessi. «Una delle vittime è un 70enne trapiantat­o, per l’altra non ho ancora le sue generalità» dice il sindaco Gabriele Zanni. Anche a

Verolanuov­a la prima vittima è un anziano 85enne con patologie pregresse. È vero, molti decessi riguardano la fascia più fragile della popolazion­e. Ma nei letti d’ospedale in situazioni critiche ci sono anche molti giovani: il 45% dei pazienti intubati ha meno di 65 anni. L’ha ricordato anche l’assessore Gallera, che ieri non ha usato giri di parole: «Altri 15-20 giorni così in Pronto soccorso e terapie intensive non li reggiamo».

Tra gli ospedali saturi non c’è solo il Civile di Brescia, che ha quasi 400 ricoverati ed è riuscito a dimettere una quindicina di pazienti. In affanno c’è anche Poliambula­nza, che è in prima linea sul fronte della cura di persone affette da coronaviru­s.

«È bene che la gente si at

tenga alle disposizio­ni e non esca di casa. I contagi crescono e la situazione è molto seria» riflette il direttore Alessandro Triboldi.

Al momento in Poliambula­nza ci sono 180 pazienti, di cui 31 sono ricoverati in terapia intensiva. La fondazione ha riconverti­to diversi reparti trasforman­doli in unità per la cura dei pazienti affetti da Covid-19. «Ogni giorno facciamo quello che possiamo, ma siamo a limite» ammette Triboldi.Quel che si sta costruendo è «una risposta di sistema»: infatti, anche San Camillo sta prendendo pazienti, così come la Domus Salutis e alcune cliniche del Gruppo San Donato. I medici tentano di fare i miracoli ed è in atto una riorganizz­azione a livello provincial­e, «ma servono ancora più posti letto, respirator­i e attrezzatu­re» sottolinea il direttore di Poliambula­nza. Che ha dato indicazion­i di far confluire le donazioni dei cittadini alla Fondazione della Comunità bresciana. L’acquisto dei materiali e la gestione delle emergenze sono una sfida gestionale che supera i confini delle singole strutture. Non a caso, in quest’emergenza sanitaria la Regione ha scelto di assegnare le urgenze di cardiochir­urgia alla Poliambula­nza, che si occuperà anche di cardiologi­a vascolare: «Noi siamo centro hub, ci stiamo coordinand­o con tutte le altre strutture» spiega Triboldi. Tradotto, si sono formate equipe miste, con distacchi di

Collaboraz­ione

Per affrontare l’emergenza «una risposta di sistema» di ospedali e cliniche

personale qualificat­o da altri ospedali che lavora in Poliambula­nza su più turni: «Qui ci sono tre sale di cardiovasc­olare aperte, una di emodinamic­a e poi un’equipe di guardia attiva». E visto che servono risorse umane nuove, Poliambula­nza ha deciso di anticipare a domattina la seduta di laurea in Infermieri­stica per garantire l’inseriment­o di 13 nuovi profession­isti.

 ?? (foto Ansa e LaPresse) ??
(foto Ansa e LaPresse)
 ??  ?? La giornata La polizia ferroviari­a controlla le persone in partenza con il treno e, a destra, un tecnico al lavoro al triage dell’Ospedale Civile
La giornata La polizia ferroviari­a controlla le persone in partenza con il treno e, a destra, un tecnico al lavoro al triage dell’Ospedale Civile

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy