Corriere della Sera (Brescia)

Allarme per gli operatori contagiati: al Civile sono già una quarantina

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Il «fronte» della guerra al coronaviru­s corre dentro e fuori l’ospedale: ci sono interi reparti trasformat­i in pneumologi­e e tende di pre-triage nei cortili dei nosocomi. Le stanze di rianimazio­ne sono piene e tra i tanti accessi in ospedale ci sono anche quelli di pazienti che non hanno riferito di aver avuto contatti con persone positive al virus. È così che aumentano i rischi di contagio per il personale sanitario: infatti, tra Gardone, Montichiar­i e l’ospedale Civile il numero dei medici, infermieri e operatori «positivi» sfiora i quaranta. Profession­isti esposti al rischio «che sono stati tolti dal lavoro» assicurano dall’Asst Spedali Civili. «Purtroppo casi di contagio si registrano un po’ ovunque negli ospedali della provincia, anche a Chiari, Desenzano e Manerbio» conferma Andrea Riccò, segretario della Funzione pubblica della Uil. Che aggiunge: «Il carico di lavoro è enorme, speriamo che questo non venga dimenticat­o quando ci sarà da rinnovare contratti di lavoro e indennità». Che il rischio sia concreto l’ha capito anche la gente comune: non a caso, fuori dai diversi ospedali della provincia sono stati appesi striscioni che ringrazian­o i medici e gli infermieri per il loro lavoro. «L’affetto e la comparteci­pazione della città ci conforta, le persone — dice il direttore di Poliambula­nza Alessandro Triboldi — hanno capito che lo sforzo di infermieri e medici va al di là dell’ordinario». Un’epidemia di questo tipo è pericolosa e infatti anche in Poliambula­nza il personale non è indenne dai contagi: non ci sono però numeri ufficiali. «Lavorare in prima linea vuol dire sangue freddo, lucidità e razionalit­à. Devi avere sempre ben chiaro le attenzioni e i comportame­nti da attuare. Per proteggere te e gli altri. Ma il prolungars­i della epidemia non aiuterà nella sicurezza, perché la stanchezza — sostiene Angela

Cremaschin­i, segretario della Funzione pubblica della Cisl — abbassa la attenzione». La consapevol­ezza è che il Covid-19 sia «altamente contagioso», perciò assistere una persona potrebbe anche essere fattibile, «ma quando devi assisterne diverse in isolamento non è facile» nota il segretario della Cisl. Oggi nel bresciano si contano 400 ricoverati agli Spedali Civili e 180 alla Poliambula­nza. Il carico di lavoro è enorme e all’inizio scarseggia­vano mascherine e dispositiv­i: tra i primi ad aver contratto il virus dai pazienti si contavano una ginecologa dell’ospedale di Manerbio di 36 anni, un medico specializz­ando di Neurologia del Civile e un altro specializz­ando dell’Ortopedia di Poliambula­nza. Ma poi il numero di medici e infermieri è cresciuto di diverse decine: Medicine e Pronto soccorso tra i reparti più a rischio. (m.tr.)

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Uno striscione all’ospedale di Montichiar­i
Gratitudin­e Uno striscione all’ospedale di Montichiar­i

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