Pazienti anche in Fiera, dentro le tende
L’ipotesi è quella di convergere in via Caprera e al centro Paolo VI di via Calini i pazienti meno gravi per liberare posti letto negli ospedali sotto pressione Si attende l’ok della Regione. Convalescenti anche nelle rsa. E la Loggia vieta gli assembrame
Gli ospedali bresciani sono al collasso. Il numero dei nuovi contagiati cresce a ritmi insostenibili. Regione e Protezione Civile stanno valutando la riconversione di altri edifici per accogliere i convalescenti dimessi ma ancora in attesa della negativizzazione dal virus. Ma anche i pazienti non gravi in attesa di tamponi faringei e di ricovero. I convalescenti dimissionari, oltre che alla casa di cura San Camillo (ha garantito dieci posti letto) dovrebbero andare anche al Centro Paolo VI, l’ex seminario di via Calini, in centro città, riadattato ad albergo. Avanza a grandi passi l’ipotesi di montare tendoni della Protezione Civile dentro il centro Fiera di via Caprera: lì andrebbero ospitati «i pazienti meno gravi in attesa di tampone o delle prime cure» conferma Donatella Albini, consigliera comunale con delega alle questioni sanitarie.
L’ultima parola spetta alla Regione, dopo aver sentito i direttori generali di Ats e Asst Spedali Civili ed il Prefetto. Immaginarsi decine di pazienti accuditi dentro la Fiera prefigura uno scenario quasi da conflitto bellico o da calamità naturale. Ma non irrealistico. Lo ha ricordato ieri anche l’assessore regionale alla Protezione Civile, Pietro Foroni: «Stiamo individuando in tutta la regione strutture protette per le dimissioni precoci e stiamo valutando anche l’utilizzo della Fiera di Milano». Strutture simili ci sono già: 50 posti letto disponibili all’ospedale Baggio di Milano, un’altra cinquantina a Linate, un altro centinaio nell’ex ospedale militare di San Giorgio Piacentino a Piacenza (in Emilia). Potrebbero non bastare e rendersi necessari «spazi in presidi ospedalieri poco utilizzati, come abbiamo fatto a Sondalo o a Bollate ma stiamo valutando una serie di strutture pubbliche e private — ha aggiunto Foroni —. I Prefetti potranno anche requisire gli edifici se fosse necessario». La decisione dovrebbe essere definitiva entro il fine settimana.
Nel frattempo tutto il sistema Brescia, coordinato dalla Prefettura, sta ottimizzando al meglio tutti i posti disponibili nei nosocomi, ricorrendo anche all’utilizzo delle case di riposo. «Le indicazioni sono quelle di bloccare i nuovi accessi di anziani nelle case di riposo — conferma Albini —. I posti letto che si rendono disponibili devono essere riservati ai pazienti non Covid che vengono dimessi dagli ospedali ormai pieni. Si agisce così per liberare letti per i pazienti positivi al coronavirus». Le rsa cittadine, chiuse alle visite dei parenti come tutte quelle in provincia, stanno vivendo un momento difficilissimo ma ad Albini non risultano strutture con pazienti positivi o decessi. Lei però si è fatta portavoce degli operatori sanitari di Casa di Dio, Casa Industria, Fondazione
Brescia Solidale e ha inviato ad Ats la loro richiesta di avere mascherine protettive e guanti monouso. Presidi preventivi servono anche agli assistenti sociali del Comune, che continuano ad occuparsi delle persone più fragili ed agli operatori dei dormitori di San Vincenzo e Caritas.
La Loggia intanto sta facendo
il possibile per arginare i contagi da coronavirus. Il sindaco Del Bono ha elogiato ristoratori ed esercenti che hanno deciso volontariamente di tenere chiuso anche dalle 6 alle 18. La polizia locale sta controllando i pochi locali rimasti aperti. Ieri nei 44 parchi pubblici cittadini sono stati affissi cartelli con regole di comportamento da rispettare. Non è possibile giocare in gruppo: occorre evitare il contatto ed è necessario stare ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri. Ai trasgressori verranno applicate le sanzioni previste dalla legge.
"
Albini Non si devono intasare gli ospedali: alla Fiera andrebbero i pazienti meno gravi o in attesa di tampone mentre al Paolo VI i convalescenti non ancora negativi al virus. La decisione finale ora spetta alla Regione