Teatro Grande Serve un «mix»
Ho letto con interesse l’articolo di Tino Bino comparso domenica sulle vostre pagine e colgo l’occasione per entrare in quel dibattito culturale cui l’autore invita la società civile, per sottolineare l’importanza che la cultura e le sue modalità di diffusione hanno, o devono avere, in una città aperta come è la nostra Brescia. Le scadenze prossime della direzione artistica e del Consiglio di Amministrazione impongono una riflessione sui risultati raggiunti negli ultimi anni e sugli obiettivi futuri, poiché è dalle persone, impegnate in prima linea con dedizione e competenza, che dipendono le sorti del nostro Teatro Grande. Di certo la grande intuizione di istituire una Fondazione per il Teatro Grande ha dato grandi, e forse sorprendenti, risultati nel rilancio di un’Istituzione che, per vari motivi, aveva vissuto un periodo di declino. Alle idee, come sempre necessarie ma non sufficienti, furono date anche «le gambe» per attivarsi, grazie ad una dinamica ed esperta direzione artistica che è stata capace di interpretare e raggiungere pregevoli traguardi nel non breve periodo (10 anni) in cui ha operato. Tutti abbiamo letto i numeri, sorprendenti per i moltiplicatori applicati, dei nuovi spettatori, la cui composizione rappresenta un ulteriore successo, poiché accanto al tradizionale affetto di una popolazione matura (over 50) si è riusciti a coinvolgere i giovani con cartelloni che hanno dato adeguato spazio alla danza contemporanea ed una politica di prezzo del biglietto/abbonamento vincente.
Detto questo esiste però un lato positivo nella novità: essa è di solito travolgente, implica mutamento, azione, innovazione, così da consentire a chiunque di riflettere sul fatto positivo che, spesso, l’inserimento di nuove leve nell’ambito di un progetto porta a sicuri risultati positivi, poiché l’entusiasmo, che solitamente anima le nuove esperienze, media alla stanchezza e immobilismo che talvolta avvolge chi per lungo tempo resta al solito posto, il quale tende, secondo l’umana natura e (spesso) senza alcuna colpa, ad accontentarsi di quello che ha fatto sino a quel momento. Un giusto mix di esperienza e cambiamento generalmente consegna ottimi risultati, che sono quelli che si merita un’Istituzione importante come il nostro amato Teatro Grande, a partire dai condivisibili spunti di implementazione della rete culturale bresciana evocati da Tino Bino, e che ci auguriamo arrivino dalle decisioni fondamentali che attendono il Comune di Brescia e la Fondazione Teatro Grande.