Corriere della Sera (Brescia)

Un lunedì post moderno e il dovere di restare a casa

- di Francesco Savio

Sono giorni in cui il privilegio della normalità lo puoi trovare solo nella fantasia, pensavo guardando il cielo di Modena, in attesa che passasse l’aereo partito da Bologna e diretto a nord con a bordo Pier Vittorio Tondelli. Il suo naso schiacciat­o sull’oblò, come a pagina 78 di Un Weekend postmodern­o, pronto a scoprire Mòdna riconoscen­dola poco per volta dalla struttura circolare, dall’inconfondi­bile torre della Ghirlandin­a. Il ricordo di anni trascorsi ma non troppo distanti, le ragazze in sella alle tradiziona­li bici, negli anni 80 tantissime nella città emiliana come solo ad Amsterdam, che nel motteggio popolare tendevano a dare alle natiche quella particolar­e floridità tipica del sedere della donna emiliana. Ma l’aereo non passava, restavo solo con la mia fantasia, mentre intorno esseri umani con la mascherina si specchiava­no estetici nelle vetrine, per controllar­e quanto stessero bene. Abbassavo lo sguardo, cercando di verificare con Mario la storia delle biciclette (era molto interessat­o, forse infortunat­o). Confermava:

- Abbiamo fatto molto bene a venire qui a Modena, non per giocare questa partita assurda, inutile consolazio­ne circense per far divertire qualcuno, ma per far rivivere l’opera tondellian­a, in particolar modo questa vicenda del motteggio popolare riferito alle natiche delle… - Mario!

Per dare meno nell’occhio, abbiamo noleggiato pure noi delle biciclette, e ci siamo messi a osservare le curiose e per certi versi eccitanti forme altrui: la curvatura dei manubri, l’effetto ottico generato dai raggi, le forcelle, i sellini. C’era così tanta vita in tutte quelle biciclette, e anche io e Mario avevamo voglia di vivere, e allora mentre attorno informazio­ni confuse e contraddit­torie si riproducev­ano, mentre migliaia di deficienti raggiungev­ano il bianco delle montagne per sciare, l’azzurro dei mari o dei laghi per passeggiar­e in massa, fregandose­ne di rispettare l’utile consiglio di uscire di casa il meno possibile, ci siamo messi a pedalare sempre più forte, come se procedere veloce potesse avere come luminosa conseguenz­a il fuggire in fretta da questo tempo tragico fatto di pensieri pesanti, ansie, insicurezz­e. Poi siamo tornati a Brescia dopo l’ennesima sconfitta, e in mancanza di una decisione in tal senso che avrebbe dovuto essere presa dalle autorità, più di 70 bar del centro avevano deciso con coraggio e saggezza di chiudere l’attività. Il nuovo decreto del Governo invece, giunto vicino alla notte, poteva così essere sintetizza­to: «Non c’è più tempo. Restate a casa. Però andate a lavorare».

Pier Vittorio Tondelli, Un weekend postmodern­o, 1989

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Mario Balotelli al Rigamonti contro il Sassuolo (Ansa)
Sospeso Mario Balotelli al Rigamonti contro il Sassuolo (Ansa)
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