Ricoveri molto lunghi e dimissioni lente La «curva» del contagio
Altri 322 casi positivi in regione, salite a 468 le vittime Pazienti in terapia intensiva: più 25% ogni 24 ore Maxi polo ospedaliero in Fiera. «Ma serve personale»
I contagi di coronavirus in aumento, così come i decessi. Ma allo stesso tempo si vede un inizio di un miglioramento nei comuni del Basso Lodigiano individuati come focolaio dell’epidemia e che sono rimasti «blindati» per quindici giorni. «Dai dati che abbiamo analizzato, la zona rossa di Lodi-Codogno è l’unica in cui l’evoluzione dell’infezione sta riducendosi» dice il governatore lombardo Attilio Fontana. E facendo leva su questi numeri chiede misure più severe per la regione. Perché l’aumento esponenziale dei malati preoccupa il Pirellone. «Il sistema sanitario è vicino a un momento di difficoltà» ammette Fontana, guardando grafici e tabelle.
Eccoli, dunque, i numeri che convincono i vertici della Regione della necessità di interventi più severi. A ieri erano 5.791 i lombardi positivi al Covid-19, 322 in più rispetto al giorno precedente. «Ma molti tamponi devono ancora arrivare» spiega l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera, sottolineando che sono ormai nove i laboratori addetti ai test e 21 mila i «cotton fioc» analizzati.
I decessi salgono a 468. Sono triplicati rispetto a sabato scorso, tant’è che alcuni ospedali sono in difficoltà nella gestione delle salme. Si lavora senza sosta per allestire nuovi letti nelle terapie intensive, dove vengono curati i malati gravi che non sono in grado di respirare da soli.
Ieri erano 466 i pazienti ricoverati in questi reparti su 644 posti dedicati. A breve verranno aperti altri 150-200 posti, mentre si valuta l’idea di creare una grande rianimazione da 500 letti, grazie alla disponibilità della Protezione civile, alla Fiera o in altre strutture socio-sanitarie vuote o facilmente svuotabili. «Ma ci servono 500 respiratori e il personale», continua Gallera, che ha annunciato l’imminente lancio di un bando per medici specializzandi e infermieri. Intanto i volontari della Protezione civile stanno montando tende per il triage davanti agli ospedali e alle carceri.
Il report regionale segna un incremento giornaliero medio dei contagi del 30 per cento, di ricoveri in terapia intensiva del 25 per cento. Qui si trovano soprattutto gli over 75, ma l’otto per cento dei letti è occupato da pazienti giovani, tra i 25 e i 49 anni.
Gli ospedali sono fortemente sotto stress. In particolare quelli di Bergamo (nella cui provincia si sono superati i 1.400 positivi al virus) e Cremona sono ormai allo stremo e vi sono stati inviati rinforzi. E il trasporto in altre regioni di pazienti gravi tramite la centrale Cross (a oggi sono 30 quelli spostati altrove) non basta a dare ossigeno al sistema. «Va fermato l’aumento dei contagi» ribadisce l’assessore Gallera.
«La crescita della curva è esponenziale» conferma Davide Manca, ingegnere chimico del Politecnico che da inizio febbraio raccoglie i dati dell’epidemia di coronavirus e due giorni fa li ha analizzati insieme ad anestesisti e rianimatori dell’Istituto Besta di Milano. «I malati in rianimazione rimangono ricoverati a lungo, le dimissioni sono lente — continua — . Serve un’attenta programmazione, ma è difficile fare previsioni affidabili anche solo per i prossimi dieci giorni».
Il report lombardo, oltre alle tante criticità, sottolinea l’inizio di un miglioramento del Lodigiano. Qui è nato un focolaio di Covid-19, la zona è stata «blindata» per due settimane e ora si valutano gli effetti. Nel periodo dal primo al 4 marzo il numero di tamponi positivi risulta stabile rispetto ai giorni precedenti e minore del 30 per cento rispetto al 2125 gennaio. Un dato da leggere con prudenza, secondo gli esperti, ma che fa pensare a una reale efficacia delle limitazioni per la zona rossa.
Per questo i vertici del Pirellone hanno chiesto al governo un’ulteriore stretta per tutta la Lombardia. «I risultati si vedono nell’arco di sette-dieci giorni — conclude l’assessore Gallera —. è necessario mettere in campo misure ancora più forti».
L’ex zona rossa
Si riduce l’infezione nell’area di Lodi e Codogno blindata per due settimane