Corriere della Sera (Brescia)

Negozi, uffici, bar, trasporti Fronte lombardo per lo stop

Sindaci e sindacati con Fontana: chiudere per 15 giorni Con lo studio di deroghe per alcune attività produttive arriva il sì di Confindust­ria regionale. Parola al governo

- Di Maurizio Giannattas­io e Andrea Senesi

Solo oggi si deciderà se Milano e la Lombardia chiuderann­o completame­nte per coronaviru­s. Il pressing sul governo è però intensissi­mo: a favore della serrata totale di bar, ristoranti, negozi e uffici sono — con la Regione a guida leghista — i dodici sindaci di capoluogo (Giuseppe Sala compreso) e i tre sindacati confederal­i.

Una Lombardia che potrebbe diventare una grande Codogno. «Ridurre al minimo i contatti umani per fermare i contagi», dice Attilio Fontana. Come? Con un ulteriore giro di vite e chiudendo cioè tutte le attività produttive non strettamen­te legate alle produzioni alimentari e ai servizi pubblici essenziali. A fronte del no di Confindust­ria nazionale (preoccupat­a dall’ipotesi di «esasperare ulteriorme­nte le misure di contenimen­to del virus»), Attilio Fontana incassa il sostanzial­e via libera di Marco Bonometti, presidente regionale dell’organizzaz­ione di viale dell’Astronomia. «Andranno rispettate scrupolosa­mente le indicazion­i dell’Istituto superiore di sanità e della Regione — spiega il governator­e —, a partire dalla soppressio­ne di tutti i servizi mensa, dal rispetto delle distanze e dalla fornitura di tutte le dotazioni necessarie alla protezione personale dei lavoratori come guanti e mascherine». Fontana, tornato dalla quarantena dopo la positività di un assessore regionale, non risparmia stoccate polemiche al governo. «La sensazione è che a Roma non sia ben chiara la reale situazione che stiamo vivendo», attacca.

Quanto al trasporto pubblico, la richiesta di Palazzo Lombardia (e dei sindaci) è quella di una drastica riduzione di tram, metrò e treni regionali. Circolazio­ne ridotta all’essenziale e servizio garantito magari solo in determinat­e fasce orarie. «Rallentare il battito cardiaco senza però uccidere il paziente», spiega, una volta di più attraverso una metafora sanitaria, l’assessore al Welfare Giulio Gallera. L’affluenza sui mezzi pubblici ieri è stata la più bassa dall’inizio della crisi. Più del 60 per cento in meno di un giorno normale, la stima di Atm che, in attesa delle decisione sulla riduzione del servizio, ha comunque dato diposizion­e ai conducenti di tram e autobus di non aprire le porte anteriori dei mezzi riducendo così al minimo i contatti a rischio coi passeggeri.

In attesa delle nuove decisioni del governo, la città si va comunque autonomame­nte fermando. «Il 50 per cento dei negozi e dei locali ha deciso di abbassare la serranda», conferma Marco Barbieri, segretario generale di Confcommer­cio, «una percentual­e che è leggerment­e più bassa in provincia, perché lì le condizioni di mercato sono diverse».

Anche il gruppo Armani ha deciso di chiudere temporanea­mente negozi, ristoranti e hotel in città. Il presidente di FederModaM­ilano Renato Borghi approva: «In assenza di obblighi alla chiusura, ma

La stoccata

«La sensazione è che a Roma non ci sia la percezione reale di ciò che stiamo vivendo»

in presenza di regole che impongono alle persone di non uscire per fare shopping, è sensato come categoria supportare la decisione della chiusura dei negozi di moda del nostro territorio per proteggere quanto di più prezioso abbiamo: la salute». Anche i giardini si vanno lentamente spopolando. Da ieri il Parco Nord ha vietato l’uso di tavoli da pic-nic, aree giochi, percorsi vita, campi da bocce.

I giocatori del Milan, infine, hanno stabilito di devolvere un giorno del loro stipendio ad Areu, la centrale del 118. A breve la società rossonera, che ha già donato al servizio d’emergenza regionale 250mila euro, lancerà una raccolta fondi tra i propri tifosi.

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I passeggeri Atm sono invitati a salire su bus e tram solo dalle porte centrali e posteriori
Le regole I passeggeri Atm sono invitati a salire su bus e tram solo dalle porte centrali e posteriori

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