La banda larga è già in affanno
Lezioni dell’università, utilizzo privato, smart working per molte aziende: in questi giorni la connessione Internet è messa alla prova
Lezioni online, smart working, video e conference call: la rete infrastrutturale è già in affanno. «Mai così alta la richiesta di banda, ma il picco diventerà norma».
In queste giornate non è forse nemmeno bello da dire ma la Intred, società bresciana quotata in Borsa «che propone soluzioni di telecomunicazione d’avanguardia», sta lavorando tantissimo in un contesto nel quale università, scuole, aziende, privati a casa tutto il giorno usano internet a tempo pieno. «Siamo a pieno regime — conferma l’amministratore delegato della società Daniele Peli —. Con l’escalation di questi giorni c’è stata un’escalation di banda incredibile da parte delle aziende, per le loro sedi o per le abitazioni dei dipendenti. In questo momento la domanda di connettività è forte». Daniele Peli si preoccupa però di sottolineare innanzitutto che la prima azione fatta è stata di garantire le condizioni di sicurezza dei collaboratori: «Già due settimane fa ci siamo attrezzati con chiavette wireless, pc portatili, cuffie per trasferire il lavoro nelle case senza chiudere l’azienda. È stata un’intuizione del nostro responsabile tecnico che ci ha consentito di essere sempre operativi». Risultato: in questo momento, a parte poche figure tecniche obbligate a lavorare in azienda o in esterna, su 160 dipendenti ben 120 lavoro da casa. «È un lavoro enorme: bene per l’azienda ma un po’ sentiamo anche il dovere di dare una mano. Siamo impegnati a monitorare tutta la rete che gestiamo e ad evitare congestioni: prima utenza business e privata viaggiavano in orari separati, ora va tutto assieme. E per cui crescono la banda e le interconnessioni necessarie». Un problema che, a valle, riguarda tutti i nodi della rete fino al Dc Mix nel Caldera Park, il campus tecnologico di Milano dove sono concentrati i maggiori operatori internet italiani e da dove si muovono le connessioni per il pianeta. Il coronavirus, in mezzo a tanti problemi, sta obbligando tutti a un grande salto tecnologico: «Guardi, come infrastrutture digitali l’Italia non è messa male e negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti. Poi, certo, c’è ancora molto da fare e c’è il grande obiettivo da raggiungere della fibra ottica in ogni abitazione. La cultura digitale non è però cresciuta altrettanto e forse questo momento è anche l’occasione per iniziare a capirne un po’di più di smart working e vpn (le reti virtuali private, ndr)».
Questo risponde anche al futuro di questa grande domanda di connettività: «Sì, ci sono imprese che chiedono se la crescita di banda può essere temporanea ma non può essere così, una volta che metti reti e cavi poi restano lì e i costi ci sono stati. Però io credo che la richiesta di maggiore utilizzo crescerà e per cui, anche se oggi sembra un picco di domanda, fra non molto sarà la norma». Insomma un investimento necessario oggi che può trasformarsi in un grande risparmio fra un anno. Intred è società quotata e in una giornata in cui il listino è riuscito a perdere il 16,92% — il record di tutti i tempi per la Borsa di Milano — l’azienda di Daniele Peli ha perso meno del 3% e così è stato anche in queste ultime settimane difficili. «Siamo fortunati — dice l’ad —. E come sappiamo Napoleone sceglieva sempre il generale fortunato a quello bravo. Però forse siamo anche un po’ anticiclici: un po’ di preoccupazione ce l’abbiamo in questo momento ma credo anche che in questi anni siamo riusciti a confermare tutte le promesse a chi ci ha dato fiducia. Gli investitori istituzionali sono attenti, capiscono al volo quando uno bleffa, ma noi facciamo incontri regolari in videoconferenza con tanti che credono in noi e sono soddisfatti».
"Peli Impegnati per evitare congestioni