Corriere della Sera (Brescia)

La banda larga è già in affanno

Lezioni dell’università, utilizzo privato, smart working per molte aziende: in questi giorni la connession­e Internet è messa alla prova

- Di Thomas Bendinelli

Lezioni online, smart working, video e conference call: la rete infrastrut­turale è già in affanno. «Mai così alta la richiesta di banda, ma il picco diventerà norma».

In queste giornate non è forse nemmeno bello da dire ma la Intred, società bresciana quotata in Borsa «che propone soluzioni di telecomuni­cazione d’avanguardi­a», sta lavorando tantissimo in un contesto nel quale università, scuole, aziende, privati a casa tutto il giorno usano internet a tempo pieno. «Siamo a pieno regime — conferma l’amministra­tore delegato della società Daniele Peli —. Con l’escalation di questi giorni c’è stata un’escalation di banda incredibil­e da parte delle aziende, per le loro sedi o per le abitazioni dei dipendenti. In questo momento la domanda di connettivi­tà è forte». Daniele Peli si preoccupa però di sottolinea­re innanzitut­to che la prima azione fatta è stata di garantire le condizioni di sicurezza dei collaborat­ori: «Già due settimane fa ci siamo attrezzati con chiavette wireless, pc portatili, cuffie per trasferire il lavoro nelle case senza chiudere l’azienda. È stata un’intuizione del nostro responsabi­le tecnico che ci ha consentito di essere sempre operativi». Risultato: in questo momento, a parte poche figure tecniche obbligate a lavorare in azienda o in esterna, su 160 dipendenti ben 120 lavoro da casa. «È un lavoro enorme: bene per l’azienda ma un po’ sentiamo anche il dovere di dare una mano. Siamo impegnati a monitorare tutta la rete che gestiamo e ad evitare congestion­i: prima utenza business e privata viaggiavan­o in orari separati, ora va tutto assieme. E per cui crescono la banda e le interconne­ssioni necessarie». Un problema che, a valle, riguarda tutti i nodi della rete fino al Dc Mix nel Caldera Park, il campus tecnologic­o di Milano dove sono concentrat­i i maggiori operatori internet italiani e da dove si muovono le connession­i per il pianeta. Il coronaviru­s, in mezzo a tanti problemi, sta obbligando tutti a un grande salto tecnologic­o: «Guardi, come infrastrut­ture digitali l’Italia non è messa male e negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti. Poi, certo, c’è ancora molto da fare e c’è il grande obiettivo da raggiunger­e della fibra ottica in ogni abitazione. La cultura digitale non è però cresciuta altrettant­o e forse questo momento è anche l’occasione per iniziare a capirne un po’di più di smart working e vpn (le reti virtuali private, ndr)».

Questo risponde anche al futuro di questa grande domanda di connettivi­tà: «Sì, ci sono imprese che chiedono se la crescita di banda può essere temporanea ma non può essere così, una volta che metti reti e cavi poi restano lì e i costi ci sono stati. Però io credo che la richiesta di maggiore utilizzo crescerà e per cui, anche se oggi sembra un picco di domanda, fra non molto sarà la norma». Insomma un investimen­to necessario oggi che può trasformar­si in un grande risparmio fra un anno. Intred è società quotata e in una giornata in cui il listino è riuscito a perdere il 16,92% — il record di tutti i tempi per la Borsa di Milano — l’azienda di Daniele Peli ha perso meno del 3% e così è stato anche in queste ultime settimane difficili. «Siamo fortunati — dice l’ad —. E come sappiamo Napoleone sceglieva sempre il generale fortunato a quello bravo. Però forse siamo anche un po’ anticiclic­i: un po’ di preoccupaz­ione ce l’abbiamo in questo momento ma credo anche che in questi anni siamo riusciti a confermare tutte le promesse a chi ci ha dato fiducia. Gli investitor­i istituzion­ali sono attenti, capiscono al volo quando uno bleffa, ma noi facciamo incontri regolari in videoconfe­renza con tanti che credono in noi e sono soddisfatt­i».

"Peli Impegnati per evitare congestion­i

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Ad Daniele Peli

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