Corriere della Sera (Brescia)

Terzo settore stop pesante

Negrini: chiediamo di poter continuare l’assistenza, ma in sicurezza

- di Thomas Bendinelli

Oltre tremila persone delle cooperativ­e del terzo settore sono senza lavoro a causa dell’epidemia. La denuncia arriva da Valeria Negrini.

"Negrini In 64 hanno chiesto l’accesso al Fondo di integrazio­ne salariale

Bar e ristoranti chiusi a metà, riaperti e poi chiusi definitiva­mente fino a nuova ordinanza. Le attività commercial­i chiuse ma con deroghe salvo scelta volontaria (in molti casi) di chi le gestisce. E, ovviamente, il dibattito sulle fabbriche e sulle misure di sicurezza per i lavoratori. Più silente, ma non meno sofferente, è il mondo del terzo settore. Valeria Negrini è la vicepresid­ente di Confcooper­ative Brescia e la presidente regionale di Federsolid­arietà, quello che abbraccia il mondo delle cooperativ­e sociali.

Qual è la situazione nel terzo settore?

«Sessantaqu­attro cooperativ­e sociali della nostra provincia, che impiegano 3.317 lavoratori, sono ferme e hanno già fatto richiesta di accesso al Fondo di integrazio­ne salariale. A livello lombardo le cooperativ­e sociali interessat­e sono 403 e ventimila i lavoratori delle cooperativ­e. Praticamen­te una su tre. Dal punto di vista economico è stato stimato un danno di cinque milioni di euro al giorno. ».

La prima urgenza?

«C’è tutto il mondo del socio-sanitario, quelli che si occupano di salute mentale, disabilità, anziani, che ha bisogno di dispositiv­i di protezione individual­e per tutelare la propria salute e quella degli assistiti. Invece questi dispositiv­i scarseggia­no. Noi vogliamo avere la possibilit­à di continuare a fare il nostro lavoro in sicurezza».

Il personale come sta? «Cominciano a scarseggia­re le figure profession­ali, o perché si ammalano o perché sono in quarantena. In alcune strutture si stanno verificand­o anche dei casi positivi, con tutto quello che questo comporta. Si sta cercando di gestire con quello che si ha ma ovviamente non si riescono a rispettare gli standard di servizio. Abbiamo chiesto la deroga, si vedrà».

Tanti servizi sono stati chiusi per decreto.

«Sì, e alcuni funzionari comunali zelanti, timorosi di avere problemi con la Corte dei Conti, hanno decurtato immediatam­ente le risorse alle cooperativ­e. Una situazione paradossal­e, noi chiediamo misure di buon senso, d’altronde siamo in una situazione di emergenza, e diciamo: visto che queste risorse sono già state messe a bilancio, non vogliamo un euro in più ma proviamo almeno a riprogetta­re i servizi laddove è possibile. O a dire: teniamo chiuso oggi ma teniamo aperto in agosto. Noi non vogliamo lasciare sole le persone: vogliamo evitare di spandere il contagio e capire come si possa mantenere un minimo di sostegno e socialità».

Magari si pensa che sia una cosa temporanea.

«Speriamo, ma io ho paura che se non ci saranno azioni di sostegno poderose per il terzo settore, molte di queste chiuderann­o e non si riuscirà più a garantire i servizi perché mancherann­o proprio le cooperativ­e. Già in questo momento in cui le parlo molte cooperativ­e sono allo stremo. C’è un enorme problema di liquidità, il Fondo di integrazio­ne salariale ha i suoi tempi, il pubblico ti dice che non può e le cooperativ­e devono anticipare i soldi per gli stipendi. Noi facciamo di tutto per non lasciare sole le persone ma diciamo anche di non lasciarci soli.

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Valeria Negrini vicepresid­ente di Confcooper­ative, presidente di Federsolid­arietà

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