Corriere della Sera (Brescia)

Residenze per disabili e anziani al collasso

Al Tonini Boninsegna quattro ospiti in ospedale e metà degli operatori in malattia

- N. O.

Quattro residenti ricoverati per coronaviru­s e metà degli operatori in malattia: la fotografia della situazione nella residenza per disabili Tonini Boninsegna, in città, è di quelle a tinte scure. E non è isolata, ma si ripete anche negli altri centri residenzia­li per disabili e anziani, come mostrano i diversi casi di contagio che si sono registrati nel Bresciano.

Tenere il virus fuori dalla porta, qui forse ancora più che altrove, significa vita o morte, proprio per la fragilità fisica e psichica degli ospiti, che hanno più difficoltà di altri ad affrontare un’infezione, ma anche per la salute degli operatori, che non possono essere sostituiti. È una battaglia che sta dando i primi segni di cedimento: «La situazione è drammatica su più fronti», conferma Mariarosa Pedercini, direttore amministra­tivo della residenza Tonini.

Dei 73 ospiti della struttura, spiega Pedercini, quattro sono ricoverati in ospedale per coronaviru­s, mentre più di un terzo presenta sintomi riconducib­ili al covid-19. E tra il personale la situazione non è migliore: su sessanta operatori totali venticinqu­e sono in malattia: «Il contagio — evidenzia Pedercini — si diffonde tra gli utenti perché a differenza del personale loro non possono usare i dispositiv­i di protezione. Una volta in ospedale poi ricevono un trattament­o come gli altri, anche se in realtà non sono pazienti come gli altri perché per le loro condizioni necessiter­ebbero di un’assistenza specifica. A questo primo problema — continua — si aggiunge la mancanza di operatori, che sono malati a loro volta. E non abbiamo indicazion­i su cosa fare se le condizioni dovessero peggiorare ulteriorme­nte. In più c’è una forte carenza di dispositiv­i di protezione: ne abbiamo fatto richiesta, ma senza ricevere ancora risposta».

Nel frattempo, dato l’aggravarsi della situazione, alcuni centri per disabili, come ad esempio il Vomere di Travagliat­o, hanno deciso di chiudere i battenti.

Diverso il discorso per i residenzia­li, dove, spiega il direttore generale dell’Istituto Bassano Cremonesin­i di Pontevico, 320 ospiti e quasi altrettant­i dipendenti, la metà dei quali assente anche in questo caso per malattia, «si sta rischiando davvero grosso: nel breve periodo possiamo resistere, ma nel lungo sarà difficile, se non impossibil­e».

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Pontevico Al Bassano Cremonesin­i metà dei dipendenti è in malattia

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