Studenti più attenti nell’aula virtuale «Mai visti così attivi: fanno domande»
Gli insegnanti: «Con questi strumenti i ragazzi sono più a loro agio»
Angela, professoressa di lettere, vorrebbe tenere lezione da casa, ma non sa da che parte incominciare perché i moderni mezzi tecnologici non le sono familiari. La collega Rosy, invece, si destreggia bene e opera a suo agio, non fosse per i tre figlioletti che le ronzano attorno. Marcella — notoriamente pignola — si chiede se non venga violata la privacy degli alunni. Sostiene che entrando in casa loro con la telecamera, vede dove vivono.
A parte le incapacità, gli inconvenienti o i dubbi, le insegnanti bresciane interpellate affermano che la lezione via computer è più produttiva e interessa maggiormente gli studenti. Sarà perché davanti al computer o con lo smartphone si trovano a loro agio, sarà per la novità ma finora sembra un successo.
«In classe li vedi distratti, sempre con il telefonino fra le mani. Un miracolo poi se qualcuno fa domande - osserva Maria - Questo non avviene durante le lezioni a distanza. Mi rivolgono domande a voce o scrivendo. Insomma: interagiscono, partecipano di più e in maniera che non prevedevo».
Opinione di Gina, prof con 30 anni di scuola sulle spalle: «Il punto d’incontro con i ragazzi si sposta dall’aula reale alla cosiddetta “aula virtuale” in una dimensione legata al mondo digitale il cui linguaggio e i cui strumenti sono cosa totalmente consueta per i ragazzi. L’uso di nuove tecnologie può aiutare l’incontro fra generazioni se quella “adulta” riesce a trovare una via creativa, matura e consapevole per gestire il proprio ruolo di educatore. Non un “limbo informatico” ma un nuovo terreno sul quale costruire rapporti». Una docente universitaria che parla abitualmente davanti a classi numerose, avendo rispetto alle lezioni dal vivo un tempo minore, è solita registrare la lezione e trasmetterla. E conviene che una volta aperto il forum, sembra d’ essere in una chat collettiva: le domande fioccano più che in aula. Sarà la novità, ma le migliaia di studenti di città e provincia, tutto sommato, hanno preso bene le lezioni a distanza. La gentilissima Antonella Greco, referente per l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia (ambito territoriale di Brescia) ben sapendo che tutti vivono una situazione emergenziale, ha scritto agli studenti delle 200 e più scuole bresciane. «Ma quale occasione migliore, pur nella sua tragicità, per dimostrarvi responsabili, ligi alle leggi di pubblica salute, e così smentire questa narrazione che accompagna ogni generazione, dipinta sempre come immatura e irresponsabile, e che anche a voi ragazzi non va giù?».
E ancora: «La didattica a distanza deve funzionare». Ma ad una sola condizione: «Il primo punto da tenere a mente è che non siete in vacanza, e che le attività didattiche devono proseguire anche da casa».
Infine la prof Greco — anche lei lavora da casa — ha lanciato una piccola frecciata scrivendo: «Le attività scolastiche vi impongono da sempre dei ritmi che contestate e dai quali vi sentite oppressi. Ora questi ritmi sono sospesi». Come dire: a buon intenditor … poche è parole.