Un positivo al dormitorio
Un contagio al Chizzolini di viale Duca degli Abruzzi dopo ore concitate Ats dispone l’isolamento I volontari: mancano i dispositivi di protezione
Allarme venerdì al dormitorio Don Chizzolini per un senza tetto risultato positivo al Covid-19. Ieri è stata decisa la quarantena degli ospiti.
Un utente del dormitorio Chizzolini di via Duca degli Abruzzi positivo al coronavirus. Lo si scopre venerdì durante la nottata ed è un problema. Ore concitate, sabato nel primo pomeriggio la decisione inevitabile: quarantena per tutti gli ospiti fino al prossimo tre aprile in due diverse strutture. Che sarebbe potuto accadere lo si sapeva ma non per questo la soluzione è più semplice.
Ne avevamo scritto proprio nei giorni scorsi: nelle strade deserte — o quasi — al tempo del coronavirus, il popolo dei senza casa è meno invisibile del solito. Le strutture ci sono, il piano Emergenza Freddo continua, alcuni servizi (il centro diurno L’Angolo per esempio) sono stati incrementati, altri invece ne sono nati (come la possibilità di farsi la doccia e di avere un bagno a disposizione nel centro di via Odorici durante il mattino); gli stessi dormitori cittadini hanno aumentato gli orari. Il problema è che l’invito «a restare a casa» da qualche centinaio di persone non può essere rispettato perché una casa non ce l’ha proprio e deve arrangiarsi ogni notte.
Da quando è esplosa l’emergenza sanitaria i dormitori hanno evitato di attuare la consueta rotazione settimanale degli ospiti per ragioni di sicurezza. Chi era dentro restava dov’era, gli altri avrebbero dovuto trovarsi qualche riparo di fortuna. Così è stato anche al Chizzolini dove, come anche negli altri luoghi che offrono ristoro in città, ogni sera veniva misurata la temperatura a tutti coloro che entravano. Una soluzione parziale ovviamente — in un contesto nel quale poi le camerate restano tali e la distanza di un metro è tutt’altro che semplice da rispettare — ma che nelle diverse strutture cittadine ha comunque funzionato. Fino a venerdì, quando invece il caso dell’ospite positivo è emerso.
Sono state ore davvero di agitazione: «All’inizio sembrava quasi che volessero chiudere la struttura — spiega Pierpaolo Heida, 58 anni, volontario che ruota intorno alla parrocchia Santa Maria in Silva e che da anni collabora con i dormitori cittadini — e anche questa mattina (ieri, ndr) è sembrato proprio che volessero agire in questo modo. Una cosa che però non si poteva fare, dal momento che avrebbe significato mettere in strada decine di persone potenzialmente positive». Ore difficili, discussioni, l’arrivo dell’assessore comunale ai Servizi sociali Marco Fenaroli, e la decisione da parte dell’Ats di mettere in quarantena tutti i 27 ospiti: una parte nella struttura stessa, un’altra in uno stabile di via Corridoni.
Alla quarantena dovrà sottoporsi anche il volontario: «La farò a casa però», spiega Heida. «Una situazione difficile — afferma Alessandro Augelli, presidente della cooperativa Il Calabrone, che gestisce lo spazio di via Chizzolini — Questo stabile, così come quello di via Corridoni, è un dormitorio, ma non è certo adatto per ospitare persone tutto il giorno». Gli stessi ospiti peraltro, diversi dei quali con fragilità plurime e non solo legate all’assenza di una abitazione, sono sembrati tutt’altro che entusiasti all’idea della quarantena. Che però dovranno fare: «La libertà personale rimane — ricorda l’assessore Fenaroli — ma ovviamente ci sono anche dei rischi penali nel caso di infrazione». Il problema resta comunque: «Noi abbiamo spiegato chiaramente che gli operatori non sono poliziotti — sottolinea Augelli — per cui va bene la gestione sociale, anche con modalità diverse, ma non altro». Da parte sua anche un appunto: «Tanti nostri operatori, non solo al Chizzolini, continuano a essere sprovvisti di dispositivi di protezione individuale. E non per colpa nostra ovviamente». Un problema nel problema, già denunciato più volte dalle tante cooperative che lavorano nel socio-assistenziale (e prima che da loro anche da tanti medici di base) e che certo non aiuta a controllare la diffusione del virus.