Boccia: «Terapie intensive garantiremo nuovi posti»
«Presto la città ri compresa nel decreto sulla sospensione Iva»
Ministro Boccia, il sindaco Del Bono ha chiesto a Conte Mattarella misure più stringenti per combattere l’epidemia a partire dalla chiusura di tutte le attività produttive e tabaccherie. Arriveranno?
«Il governo fin dall’inizio sta intervenendo per omogeneizzare le misure su tutto il Paese. Le misure al momento vigenti sono molto restrittive perché, come abbiamo sempre detto, non possiamo spegnere improvvisamente tutti gli interruttori del Paese. La filiera agroalimentare e sanitaria vanno garantite, così come quella dell’energia, del trasporto merci, della logistica. Ieri abbiamo chiuso con l’ordinanza di Speranza anche i distributori automatici, i bar dei distributori di benzina (esclusi gli autogrill). Se serve chiudere altre fabbriche che non impattano sulle filiere principali per affrontare l’emergenza le regioni possono intervenire raccordandosi con aziende e sindacati».
Le strutture sanitarie sono al collasso: Regione non ritiene necessario l’ospedale da campo in fiera, struttura che invece si farà a Milano e Bergamo. Qual è la posizione del Governo?
«Dall’inizio di questa crisi il Governo ha ascoltato le indicazioni delle Regioni. Siamo in contatto permanente con il Presidente Fontana e faremo tutto quello che servirà a Brescia per garantire che i posti letto di terapia intensiva siano a sufficienza».
Servono medici ed infermieri: la prossima settimana arriveranno pochi medici cinesi al Civile, gli ospedali del Garda hanno chiesto al prefetto medici Militari; arriveranno? «Ieri abbiamo lanciato una call per 300 medici volontari da tutte le regioni italiane che comporranno una task force della protezione civile. I medici saranno immediatamente inviati in Lombardia, nelle zone in cui la situazione è più critica. Da voi il personale sanitario sta facendo un lavoro straordinario ma sappiamo che ha bisogno di aiuto. Nel momento in cui le rispondo hanno risposto 7223 medici, a fine giornata saranno sicuramente molti di più».
Arriveranno più presidi di protezione (mascherine e guanti) e respiratori?
«C’è una norma nel decreto Cura Italia che consente ad ogni azienda, tessile in particolare, di produrre mascherine non sanitarie, ma filtranti. Ne abbiamo facilitato e incentivato la produzione. La protezione civile penserà alla distribuzione. Sui ventilatori invece, il commissario Domenico Arcuri sta requisendo e acquistando da tutto il mondo ogni materiale possibile».
Brescia è stata esclusa dalla sospensione del versamento Iva per redditi sotto i 2 milioni. Si modificherà il decreto? Quando?
«Il decreto ha tolto il “tetto” dei 2 milioni di euro per gli autonomi delle Province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza. Erano le aree più colpite in quel momento. Negli interventi successivi estenderemo queste agevolazioni ad altri territori. Lo Stato non lascerà da solo nessuno. È al fianco dei bresciani, dei lombardi. Oggi la Lombardia è la priorità delle priorità».
Quali misure adotterete per industria, commercio, turismo che quest’anno, dal Garda alle montagne, non avrà presenze?
«La priorità oggi è contenere il contagio. Le persone devono stare a casa perché è l’unico vaccino al momento disponibile. I primi interventi del governo servivano per fronteggiare l’emergenza; adesso stiamo lavorando su un nuovo decreto per incentivare sviluppo e investimenti».
I danni economici per il Bresciano sono stimati in 25 miliardi l’anno: che farà il governo per la Leonessa e la sua provincia?
«Brescia è una città che ha dato tanto all’Italia con la sua industria e con la sua storia e toccherà al Paese occuparsi di Brescia ora che questa città straordinaria è ferita. I danni economici li valuteremo in un secondo momento. Si è mossa la Von der Lyen, la BCE; oggi le risorse non sono un problema. Preoccupiamoci di contenere il contagio, di aumentare i posti di terapia intensiva e rialzarci insieme da questa emergenza globale».
Chiudere altre fabbriche? Lo può fare anche la Regione raccordandosi con aziende e con i sindacati