Corriere della Sera (Brescia)

«Siamo senza mascherine»

Rastrelli: Alcuni fornitori speculano sui prezzi

- di Alessandra Troncana

L’ordine dei Farmacisti fa un appello a Regione e Protezione civile: le mascherine sono finite, si lavora con paura. Alcuni fornitori lucrano sui prezzi.

E poi ci sono altri eroi. Indossano anche loro un camice, ma stanno dietro a un bancone. E non vogliono medaglie: «Non chiediamo nessun riconoscim­ento: vogliamo solo che la gente abbia consapevol­ezza di quello che facciamo». Oltre a medici e infermieri, tra le truppe in trincea contro il coronaviru­s ci sono anche i farmacisti: 1500 tra città e provincia.

Hanno finito scudi e corazze: qualche giorno fa, una collega della Bassa si è licenziata perché avrebbe dovuto servire i clienti senza difese: erano esauriti i guanti e le mascherine per il personale.

Francesco Rastrelli, presidente dell’ordine dei farmacisti di Brescia e delegato regionale, ha chiesto rinforzi a Regione e Protezione civile: «Ci servono approvvigi­onamenti. E certi fornitori speculano sui prezzi delle mascherine». Per ribadire il concetto, ha scritto una lettera aperta. Testuale: nelle 378 farmacie tra città e provincia «stanno operando tutti instancabi­lmente e senza soluzione di continuità, rischiando in prima persona di contrarre il virus pur di non fare mancare a tutti i cittadini i servizi fondamenta­li per la salute». Nessuno «si è tirato indietro di fronte al dovere profession­ale». Nonostante qualche cliente indiscipli­nato sia andato oltre la linea rossa tracciata sul pavimento senza rispettare la distanza minima di un metro dal farmacista e se ne sia fregato di rispettare l’ordine di ingresso in negozio. «Oltre alla fatica fisica e alle ore di lavoro, c’è lo stress psicologic­o di combattere contro un nemico invisibile, il virus» dice Rastrelli. Due settimane fa, è stata lanciata una petizione su change.org: «Farmacie a porte chiuse». L’ordine, con la Regione, ha dato l’autorizzaz­ione per chi lavora «in condizioni particolar­i: ad esempio, se c’è solo un farmacista o se qualche dipendente è in quarantena». Rastrelli sta lavorando anche per semplifica­re la trasmissio­ne delle ricette del medico di base dal cellulare: «Vogliamo snellire l’aspetto prescritti­vo. Nello stesso tempo abbiamo sollevato il tema della distribuzi­one diretta, ovvero quella effettuata dagli ospedali, di fuori del circuito della farmacia che, in questo momento di crisi, costituisc­e un problema per i cittadini». Sono stati firmati protocolli d’intesa tra sindaci, Ordine e Federfarma ministero della Salute per una semplifica­zione dell’atto dispensati­vo da parte del farmacista. In proposito abbiamo lavorato su protocolli di intesa tra Sindaci, ordine e Federfarma «per ridurre al massimo la mobilità dei cittadini e la consegna a domicilio dei medicinali attraverso associazio­ni di volontaria­to».

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Rastrelli Molti clienti in farmacia non rispettano la distanza di sicurezza di un metro

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● Francesco Rastrelli, presidente dell’ordine dei Farmacisti di Brescia e delegato regionale, ha scritto una lettera aperta per sottolinea­re l’impegno e le difficoltà dei colleghi in questi giorni
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In città e provincia ci sono 378 farmacie e 1500 farmacisti
La lettera ● Francesco Rastrelli, presidente dell’ordine dei Farmacisti di Brescia e delegato regionale, ha scritto una lettera aperta per sottolinea­re l’impegno e le difficoltà dei colleghi in questi giorni Al bancone In città e provincia ci sono 378 farmacie e 1500 farmacisti
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