Corriere della Sera (Brescia)

«Chiudere tutto Non reggiamo»

Gli specialist­i in prima linea al Civile e in Poliambula­nza denunciano che in terapie intensive non c’è più posto Girelli (Pd): tampone agli operatori sanitari, era ora

- Matteo Trebeschi

Gli specialist­i di Civile e Poliambula­nza lanciano un grido d’allarme: «Chiudete tutto, in terapia intensiva non c’è più posto. Non reggiamo altri ricoveri».

È da un’intera settimana che l’andamento dei casi positivi supera quotidiana­mente i 300 nuovi contagi. Logico quindi che gli ospedali bresciani scoppino di malati. E trovare loro una collocazio­ne diventa impossibil­e. È questo il grido d’allarme che arriva dai due principali nosocomi di Brescia: «Le terapie intensive della Lombardia non hanno più posti. Il mio appello alle istituzion­i — dice Sergio Cattaneo, primario di Cardiorian­imazione degli Spedali Civili — è di chiudere tutto. Non si può continuare a far circolare le persone». Già, perché il rischio contagio è ancora molto alto. E il sistema sanitario non può reggere questa mole di pazienti. Lo sa bene anche Paolo Terragnoli, primario del Pronto soccorso di Poliambula­nza, che in queste settimane ha visto «aumentare sempre più i giovani contagiati. È finito il momento di uscire — dice — bisogna stare a casa e va chiuso tutto».

Un messaggio forte e chiaro, rivolto al governo e alle istituzion­i chiamati a misure ancora più restrittiv­e. Ne va della vita stessa delle persone, che in parte sembrano però non capire. E della possibilit­à dei medici di curare polmoniti interstizi­ali complesse o pazienti che, per buon parte, necessitan­o del supporto dell’ossigeno.

Dall’inizio dell’epidemia ci sono stati più di cinquemila contagi: almeno la metà sono stati ricoverati. Agli Spedali Civili il primo paziente è entrato il 21 febbraio: in un mese ne hanno curati 1.700. «Siamo nostro malgrado uno degli epicentri del Covid-19». Finora sono stati dimessi da Brescia

e Montichiar­i 240 pazienti, altri 250 sono in «isolamento domiciliar­e» perché non ancora guariti e circa 200 sono stati trasferiti in altre strutture. Al momento, nelcoronav­irus: l’Asst si contano 800 pazienti ricoverati, di cui 130 nelle strutture del Pronto soccorso o nelle tende di pre-triage. L’afflusso è tale che c’è fame di posti letto: non a caso, da ieri pomeriggio l’ospedale di Montichiar­i ha deciso di aprire altri 20 posti di Obi (osservazio­ne breve intensiva) ricavandol­i nella mensa.

In tutta la provincia lo sforzo della macchina sanitaria ha permesso di avere quasi 2.100 letti per i pazienti affetti da 656 al Civile, 348 nell’Asst Garda, 220 in Franciacor­ta, 351 in Poliambula­nza, 197 a Esine, 392 nelle tre cliniche del Gruppo San Donato. Senza contare che vanno aggiunti i letti di terapia intensiva, i più «preziosi»: quasi 200 nei diversi ospedali. Ma «sono sempre meno quelli liberi e disponibil­i», come ha confermato l’assessore al Welfare Giulio Gallera. Ricordando come siano «abbastanza contenuti» anche i margini per trasferire pazienti all’interno di case di cura e strutture sociosanit­arie: «Lo spazio non è infinito». Eppure spostare degenti in via di guarigione fuori dagli ospedali più grandi è essenziale per accettare altri malati.

Nuovi letti però non si possono aprire se manca il personale: un tema-chiave, tanto che la prossima settimana dovrebbero arrivare medici cinesi per aprire altri letti di rianimazio­ne al Civile. E dottori dell’Esercito italiano in forza all’Asst del Garda. La clinica S.Anna (Brescia) metterà altri 25 posti letto grazie all’arrivo di dieci nuovi infermieri, pagati con i fondi raccolti da Fondazione Comunità Bresciana.

Sempre più operatori sanitari si trovano costretti a casa (o in un letto d’ospedale) perché contagiati dal virus: nel bresciano sono quasi 500. «Finalmente Gallera ha deciso di fare i tamponi agli operatori sanitari: lo chiediamo da giorni» ha detto il consiglier­e regionale Gian Antonio Girelli (Pd) commentand­o la novità dell’assessorat­o. E sottolinea­ndo che è urgente fare controlli anche sugli operatori delle Rsa.

Non si può più continuare a far circolare " le persone, il sistema sanitario non può reggere

Medico questa mole Sergio di pazienti Cattaneo

I numeri

Ogni giorno a Brescia si registrano oltre 300 nuovi contagi, così gli ospedali non reggono

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Uno dei blocchi di terapia intensiva creato in Poliambula­nza per fronteggia­re l’emergenza coronaviru­s (Ansa)
In ospedale Uno dei blocchi di terapia intensiva creato in Poliambula­nza per fronteggia­re l’emergenza coronaviru­s (Ansa)
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Il video messaggio

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