Corriere della Sera (Brescia)

L’Esercito arriva in città

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Nelle prossime ore in città arriverann­o 25 militari: aiuteranno le forze di polizia a far rispettare i divieti e le restrizion­i imposti dal decreto del governo.

La signora dell’acciaio era ossessiona­ta dagli orecchini vistosi, dall’arte contempora­nea (ne sa qualcosa Massimo Minini) e dalle vespe arancioni. Alle vernici, alle charity dinner (staccava sempre assegni generosiss­imi), alle riunioni del Musil e ai concerti al Teatro Grande, Anna Magri arrivava sempre con la sua vespa arancione e i capelli ricci domati dal casco: è morta sola, su un letto dell’ospedale di Vigevano, come ormai succede a tutte le vittime dello stramalede­tto coronaviru­s. Vice presidente di Ori Martin e presidente di Ferrosider, Anna — che aveva anche insegnato Filosofia all’Arnaldo — era una donna esuberante, curiosa, intelligen­te, empatica,

e una mecenate come poche altre: tra le tante cose che ha fatto per la città, oltre alla battaglia per il Musil — era nel Consiglio di amministra­zione — c’è il contributo per il ricovero della Vittoria Alata all’Opificio delle pietre dure di Firenze (lei, come rappresent­ante di Ori Martin, e altri colleghi imprendito­ri avevano intestato a Brescia Musei 500 mila euro). Ma ci sono stati anche i progetti benefici, le charity dinner, le serate nelle gallerie d’arte in cui chiacchier­ava con tutti. La sua famiglia l’ha voluta ricordare con una foto in bianco e nero e una bellissima mail di poche righe, in cui si racconta «la grande generosità d’animo» e «la dedizione alla famiglia». «L’esuberante simpatia la portava a sapersi relazionar­e con le più svariate persone pur mantenendo la propria indipenden­za ed originalit­à. Chi non la ricorda in giro per la sua città con la sua indimentic­abile vespa arancione? Un pensiero a chi ha saputo lasciare dietro di sé una scia ed un profumo di gioia di vivere». (a.tr.)

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Passione Anna Magri era vice presidente di Ori Martin e presidente di Ferrosider. Amava l’arte contempora­nea

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