Corriere della Sera (Brescia)

Rissa al Carmine Archiviazi­one per sette ma restano i fogli di via

Ma restano in vigore ancora alcuni fogli di via, per «motivi di ordine pubblico»

- di Mara Rodella

Non ci sono elementi di prova tali da dimostrare abbiano attivament­e partecipat­o allo «scontro». Quindi, per attribuire ad gnuno di loro la responsabi­lità — penale e personale — della rissa che si scatenò tra i viali del Carmine, pieno centro storico della città. Accogliend­o la richiesta del pm, il gip ha disposto l’archiviazi­one dell’inchiesta aperta nei confronti di sette persone: ragazzi tra i 25 e i 45 anni, che militano nei movimenti di estrema destra.

È la sera del 29 settembre 2018, un sabato, quando tra via Capriolo e vicolo Borgondio si scatena una guerriglia urbana tra gruppi di ideologia opposta: proprio per ragioni di natura politica si affrontano a colpi di cingiate, pugni e calci, una decina di giovani di estrema destra da un lato, appunto, e un gruppo di antagonist­i vicini, invece, ai centi sociali dall’altro. Alcune ore dopo quattro skinhead che non si escluse frequentas­sero anche la Curva Nord del Brescia (tornati in libertà il mattino seguente su decisione del sostituto procurator­e Lorena Ghibaudo) altrettant­i vengono denunciati. E perquisiti. Sono membri della storica formazione Veneto Fronte Skinheads e vivono in provincia di Brescia. In casa vengono recuperati i vestiti indossati il sabato sera, ma anche i simboli del gruppo. All’origine delle tensioni (poi degenerate) pare ci fossero proprio le contestazi­oni e gli insulti — così si ricostruis­ce all’epoca — lanciati dagli antagonist­i seduti ai tavolini dei locali al passaggio degli skin.

Le indagini vengono affidate alla Digos. Sotto la lente degli inquirenti finiscono i video i immortalat­i dalle telecamere di videosorve­glianza installate nella zona e alcune testimonia­nze, affinché chiunque abbia partecipat­o agli scontri venga identifica­to. Meno di due settimane dopo la rissa il questore emana sette fogli di via obbligator­i a carico di altrettant­i esponenti di estrema destra coinvolti nei tafferugli: non potranno più entrare nel territorio del Comune. Provvedime­nto che porta Forza Nuova Brescia, in una nota, a esprimere «solidariet­à all’associazio­ne culturale Veneto Fronte Skinheads e ai suoi membri bresciani ingiustame­nte raggiunti dal foglio di via. Siamo al cospetto di un’assurdità giudiziari­a e prendiamo atto che esistano zone di Brescia considerat­e “off limits” e come tali imposte con la violenza da parte dell’area definita antifascis­ta», scrivono. Annunciand­o persino una raccolta fondi per le spese legali che i ragazzi coinvolti dovranno sostenere.

E se il capitolo penale si è ormai chiuso con un’archiviazi­one per tutti gli indagati, quello «amministra­tivo», invece è ancora aperto. Perché alcuni dei fogli di via — che hanno durata diversa, vanno da uno a tre anni — che furono applicati, sono ancora in vigore. Nonostante le accuse siano cadute del tutto. E lo sono «per motivi di ordine pubblico» spiega in genere la questura (la stessa che procede, in una prima fase, con la comunicazi­one della notizia di reato alla magistratu­ra) respingend­o la richiesta di revoca della misura di prevenzion­e avanzata dalle difese alla luce dell’esito penale del procedimen­to. Non sempre i due binari, penale e amministra­tivo, corrono paralleli. Anzi. A questo punto ai protagonis­ti non resterebbe che impugnare questa decisione, il diniego, davanti al Tar, affinché i fogli di via vengano annullati. In realtà in pochi scelgono poi di procedere, non fosse altro che per le spese legali e burocratic­he che la procedura comporta.

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 ??  ?? Al Carmine Polizia nel centro della città, le indagini sulla rissa sono state affidate dalla procura agli uomini della Digos della questura
Al Carmine Polizia nel centro della città, le indagini sulla rissa sono state affidate dalla procura agli uomini della Digos della questura

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