Corriere della Sera (Brescia)

SE IL TERRITORIO È IL PUNTO DEBOLE

- di Marco Toresini

Quando sarà tutto finito sarà maturo il momento di ridisegnar­e un nuovo modello di sanità. L’onda d’urto dell’epidemia sta ridefinend­o priorità, approcci terapeutic­i, la stessa filosofia con cui una medicina ipertecnol­ogica accarezzav­a il sogno di essere diventata invincibil­e, in grado di cronicizza­re un tumore o di impiantare una valvola aortica in una donna di 103 anni.

Questa epidemia, hanno osservato in tanti, ha fatto tornare tutti ai tempi delle sfide che possono diventare impossibil­i, che si possono anche perdere. E se in quattro settimane un ospedale come il Civile di Brescia è riuscito a trattare ben duemila malati Covid, resistendo ad un’onda d’urto sul pronto soccorso mai vista prima, altrettant­o non si può dire per il territorio. «Non lo abbiamo considerat­o per 20 anni, ora saremo costretti a far tutto in una settimana» osservava ieri un manager sanitario di grande esperienza. Sì, perché il territorio è sempre stato e rimane la cenerentol­a della sanità lombarda nonostante gli slogan del prendersi cura e una politica sanitaria che voleva, almeno a parole, il malato cronico al centro del sistema. Invece il territorio raccontato dall’occhio del ciclone Covid 19 parla di malati lasciati a se stessi con tutti i sintomi del Coronaviru­s ma nessuno che ne certifichi la positività e garantisca un piano terapeutic­o , utile a sé per affrontare un virus insidio e a chi gli sta accanto per limitare il contagio. È un territorio che racconta di medici di base falcidiati dal morbo (con quelli sani che hanno rischiato di badare da soli anche a tremila mutuati), di servizi infermieri­stici non più in grado di garantire continuità assistenzi­ale per causa di forza maggiore. Si sta pagando il prezzo di una politica sanitaria che negli anni ha drenato risorse alla rete territoria­le, partendo ad esempio dalla riorganizz­azione dei distretti con accorpamen­ti funzionali, quando ancora esistevano le Asl, per approdare alla più spericolat­a delle operazioni: attribuire la responsabi­lità dei territori agli ospedali con la nascita delle Asst. Una riforma in cui pochi hanno creduto veramente. Prova ne è che ora che gli ospedali sono un vascello nella tempesta, i territori sono le prime zavorre a finire in mare.

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