SE IL TERRITORIO È IL PUNTO DEBOLE
Quando sarà tutto finito sarà maturo il momento di ridisegnare un nuovo modello di sanità. L’onda d’urto dell’epidemia sta ridefinendo priorità, approcci terapeutici, la stessa filosofia con cui una medicina ipertecnologica accarezzava il sogno di essere diventata invincibile, in grado di cronicizzare un tumore o di impiantare una valvola aortica in una donna di 103 anni.
Questa epidemia, hanno osservato in tanti, ha fatto tornare tutti ai tempi delle sfide che possono diventare impossibili, che si possono anche perdere. E se in quattro settimane un ospedale come il Civile di Brescia è riuscito a trattare ben duemila malati Covid, resistendo ad un’onda d’urto sul pronto soccorso mai vista prima, altrettanto non si può dire per il territorio. «Non lo abbiamo considerato per 20 anni, ora saremo costretti a far tutto in una settimana» osservava ieri un manager sanitario di grande esperienza. Sì, perché il territorio è sempre stato e rimane la cenerentola della sanità lombarda nonostante gli slogan del prendersi cura e una politica sanitaria che voleva, almeno a parole, il malato cronico al centro del sistema. Invece il territorio raccontato dall’occhio del ciclone Covid 19 parla di malati lasciati a se stessi con tutti i sintomi del Coronavirus ma nessuno che ne certifichi la positività e garantisca un piano terapeutico , utile a sé per affrontare un virus insidio e a chi gli sta accanto per limitare il contagio. È un territorio che racconta di medici di base falcidiati dal morbo (con quelli sani che hanno rischiato di badare da soli anche a tremila mutuati), di servizi infermieristici non più in grado di garantire continuità assistenziale per causa di forza maggiore. Si sta pagando il prezzo di una politica sanitaria che negli anni ha drenato risorse alla rete territoriale, partendo ad esempio dalla riorganizzazione dei distretti con accorpamenti funzionali, quando ancora esistevano le Asl, per approdare alla più spericolata delle operazioni: attribuire la responsabilità dei territori agli ospedali con la nascita delle Asst. Una riforma in cui pochi hanno creduto veramente. Prova ne è che ora che gli ospedali sono un vascello nella tempesta, i territori sono le prime zavorre a finire in mare.