Alghisi ai sindaci: martedì alle 12 un minuto di silenzio
Alghisi contatta i primi cittadini dei 205 comuni il momento di raccoglimento condiviso sui social «Un modo per poter stare vicino alle famiglie»
Bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio per riunire ciò che il virus separa e ricostruire un senso di comunità che si fa sempre più debole. Il presidente della provincia Samuele Alghisi ha mandato un invito a tutti i sindaci dei 205 comuni bresciani per osservare un minuto di silenzio, martedì 31 marzo alle 12: i primi cittadini sono chiamati a portare il proprio omaggio davanti al municipio o al monumento ai Caduti del proprio comune per ricordare chi è mancato o sta combattendo con il coronavirus.
L’iniziativa, partita dalla provincia di Bergamo, è stata rilanciata dal presidente dell’Anci Antonio Decaro e quindi raccolta dai primi cittadini di tutta Italia, che si uniranno (a distanza) nello stesso momento per portare il proprio sostegno morale alle famiglie colpite dal virus.
L’idea, spiega Alghisi, è di trasmettere la commemorazione in streaming sulle pagine social di ciascun comune, per consentire ai cittadini di partecipare, anche se virtualmente a questo momento di ricordo: «Saranno solo i sindaci a uscire per rendere omaggio alle vittime, ai nostri concittadini chiederemo di rimanere in casa e unirsi a noi a distanza. Sarà un momento carico di significato». Per annullare, anche se per pochi istanti, la solitudine che abita le case in quarantena, perché «anche noi sindaci abbiamo bisogno di raccoglierci umanamente intorno alle famiglie che stanno perdendo gli affetti, senza poter dar loro un ultimo saluto e senza poterli accompagnare durante la malattia, che è la parte più straziante».
In questi giorni i sindaci fanno i conti «con una duplice
preoccupazione: purtroppo non ci sono sufficienti strumenti per rispondere a tutte le richieste dei cittadini, come la spesa o i farmaci a domicilio. Molti servizi sono attivi grazie ai volontari che si sono messi a disposizione del territorio, ma gli strumenti per agire sono pochi: anche tra noi primi cittadini c’è molta frustrazione ma continuiamo a lavorare in prima linea». La seconda preoccupazione, spiega Alghisi, «riguarda il dopo: speriamo che quando passerà questo momento ci si ricordi delle comunità locali, che hanno tenuto la linea della gestione dell’emergenza».
Le forze scarseggiano e i momenti bui non mancano, anche tra chi è impegnato a tenere unite le comunità: «Tutti noi ci confrontiamo ogni giorno con la perdita e il lutto. Ieri nel mio comune, Manerbio, ho dovuto negare a una famiglia la possibilità di portare il loro defunto in chiesa in attesa della sepoltura: per molti sarebbe un’alternativa migliore ma non è possibile, perché abbiamo allestito uno spazio dedicato in quella che doveva essere una struttura ricreativa e invece adesso è il luogo in cui sostano i feretri in attesa di sepoltura o della cremazione. Per le famiglie è un dolore nel dolore».
A marzo 2019 a Manerbio, spiega poi Alghisi, ci sono stati 7 decessi. Quest’anno nei soli primi venti giorni dello stesso mese se ne sono contati 50, 29 per accertato coronavirus: «Come noi anche altri territori stanno soffrendo molto. Chiari, ad esempio, a marzo ha già avuto 100 decessi, un numero pari a quello che di solito registra in un intero anno».
Ecco perché alle 12 di martedì tutti i sindaci sono invitati a mettere a mezz’asta le bandiere, in segno di lutto e a fare un minuto di silenzio.