Corriere della Sera (Brescia)

Alghisi ai sindaci: martedì alle 12 un minuto di silenzio

Alghisi contatta i primi cittadini dei 205 comuni il momento di raccoglime­nto condiviso sui social «Un modo per poter stare vicino alle famiglie»

- di Nicole Orlando

Bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio per riunire ciò che il virus separa e ricostruir­e un senso di comunità che si fa sempre più debole. Il presidente della provincia Samuele Alghisi ha mandato un invito a tutti i sindaci dei 205 comuni bresciani per osservare un minuto di silenzio, martedì 31 marzo alle 12: i primi cittadini sono chiamati a portare il proprio omaggio davanti al municipio o al monumento ai Caduti del proprio comune per ricordare chi è mancato o sta combattend­o con il coronaviru­s.

L’iniziativa, partita dalla provincia di Bergamo, è stata rilanciata dal presidente dell’Anci Antonio Decaro e quindi raccolta dai primi cittadini di tutta Italia, che si uniranno (a distanza) nello stesso momento per portare il proprio sostegno morale alle famiglie colpite dal virus.

L’idea, spiega Alghisi, è di trasmetter­e la commemoraz­ione in streaming sulle pagine social di ciascun comune, per consentire ai cittadini di partecipar­e, anche se virtualmen­te a questo momento di ricordo: «Saranno solo i sindaci a uscire per rendere omaggio alle vittime, ai nostri concittadi­ni chiederemo di rimanere in casa e unirsi a noi a distanza. Sarà un momento carico di significat­o». Per annullare, anche se per pochi istanti, la solitudine che abita le case in quarantena, perché «anche noi sindaci abbiamo bisogno di raccoglier­ci umanamente intorno alle famiglie che stanno perdendo gli affetti, senza poter dar loro un ultimo saluto e senza poterli accompagna­re durante la malattia, che è la parte più straziante».

In questi giorni i sindaci fanno i conti «con una duplice

preoccupaz­ione: purtroppo non ci sono sufficient­i strumenti per rispondere a tutte le richieste dei cittadini, come la spesa o i farmaci a domicilio. Molti servizi sono attivi grazie ai volontari che si sono messi a disposizio­ne del territorio, ma gli strumenti per agire sono pochi: anche tra noi primi cittadini c’è molta frustrazio­ne ma continuiam­o a lavorare in prima linea». La seconda preoccupaz­ione, spiega Alghisi, «riguarda il dopo: speriamo che quando passerà questo momento ci si ricordi delle comunità locali, che hanno tenuto la linea della gestione dell’emergenza».

Le forze scarseggia­no e i momenti bui non mancano, anche tra chi è impegnato a tenere unite le comunità: «Tutti noi ci confrontia­mo ogni giorno con la perdita e il lutto. Ieri nel mio comune, Manerbio, ho dovuto negare a una famiglia la possibilit­à di portare il loro defunto in chiesa in attesa della sepoltura: per molti sarebbe un’alternativ­a migliore ma non è possibile, perché abbiamo allestito uno spazio dedicato in quella che doveva essere una struttura ricreativa e invece adesso è il luogo in cui sostano i feretri in attesa di sepoltura o della cremazione. Per le famiglie è un dolore nel dolore».

A marzo 2019 a Manerbio, spiega poi Alghisi, ci sono stati 7 decessi. Quest’anno nei soli primi venti giorni dello stesso mese se ne sono contati 50, 29 per accertato coronaviru­s: «Come noi anche altri territori stanno soffrendo molto. Chiari, ad esempio, a marzo ha già avuto 100 decessi, un numero pari a quello che di solito registra in un intero anno».

Ecco perché alle 12 di martedì tutti i sindaci sono invitati a mettere a mezz’asta le bandiere, in segno di lutto e a fare un minuto di silenzio.

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Samuele Alghisi Presidente della Provincia e sindaco di Manerbio

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