Corriere della Sera (Brescia)

Ricoveri, un calo del 70%

Il direttore del Civile: gli accessi al pronto soccorso scesi a 30 contro i 100 dei giorni peggiori. Ma ieri altri 57 decessi

- Pietro Gorlani

Spunta una luce di speranza nella mortifera lunga notte del coronaviru­s. Tra il 31 marzo ed il 1 aprile gli accessi al pronto soccorso del Civile sono calati del 70%: «Una trentina contro i cento dei giorni peggiori» spiega il direttore generale Marco Trivelli, che pare frenare sulla necessità di un nuovo ospedale temporaneo per soli pazienti Covid. Ieri si sono registrati altri 57 morti (13 in meno del giorno prima). I contagi sono in leggero aumento (231) ma il numero è «drogato» dall’arrivo record dei risultati dei tamponi, ha spiegato l’assessore Gallera.

Nella nera e lunga notte nella quale il coronaviru­s ha sprofondat­o la nostra provincia da 38 giorni, spunta una flebile luce di speranza. Tra ieri e il 31 marzo i ricoveri al Civile di Brescia (il principale nosocomio della provincia) sono diminuiti del 70 per cento rispetto alla settimana prima. La conferma arriva dal suo direttore generale, Marco Trivelli: «Ieri abbiamo avuto trenta accessi al pronto soccorso contro gli oltre cento dei giorni peggiori. C’è una flessione significat­iva che ci fa ben sperare».

Una tendenza che porta Trivelli a frenare sulla necessità di realizzare un ospedale temporaneo in via Branze per i soli pazienti Covid: «Dobbiamo verificare se ce n’è ancora bisogno». Il calo dei ricoveri è confermato su scala regionale anche dall’assessore Giulio Gallera ma che non deve assolutame­nte portare ad allentare il rispetto dei divieti imposti dal governo. Una tendenza che è confermata anche nei numeri: ieri ci sono stati nuovi 231 casi positivi, quindi più dei 158 di martedì: un dato che per Gallera è stato sfalsato dal numero record di tamponi esaminati (circa 2 mila in più in tutta la Lombardia). In provincia i positivi sfiorano gli 8.600 anche se — come ricordato da una ricerca pubblica su Science — il numero reale dei contagiati sarebbe 10 volte superiore. A Brescia si trova il 7,7% di tutti gli infetti d’Italia (oltre 110mila): numeri peggiori li ha solo Milano (diventata ora prima provincia per contagi) e Bergamo.

Il triste capitolo dei morti: anche ieri se ne sono contati 57, un numero in calo rispetto a martedì (erano 70) ed ai giorni precedenti. I decessi totali certificat­i Covid salgono a 1.406 ma anche qui — è l’Istat a dirlo — i numeri reali sono doppi rispetto a quelli disponibil­i, visto che non si è fatto il tampone a tutti gli anziani morti nella loro abitazione o nelle case di riposo. Dando uno sguardo al report che Ats manda tutti i pomeriggi ai sindaci, si nota il netto calo dei decessi in città (ieri solo 5 in più) e l’assenza di

Anche Del Bono chiede alla Regione esami per capire chi ha sviluppato anticorpi al virus nuovi lutti in due delle cittadine più devastate (Orzinuovi e Manerbio). Non è così però per diversi paesi dell’Ovest, dove la pandemia sta falciando anziani e non: con altri tre decessi in 24 ore Palazzolo sull’Oglio diventa il terzo comune con più vittime (33 in tutto) dopo Brescia e Orzinuovi. Paese dove — sono parole di Gallera — ieri è stata attivata una nuova unità speciale di continuità assistenzi­ale: medici che entrano nelle case dei malati su indicazion­e dei medici di base. Altri tre morti sono stati registrati a Cazzago San Martino (salgono a 19) altri due a Ospitalett­o.

Intanto Del Bono, con altri sei sindaci di capoluoghi di provincia, torna a chiedere al presidente della Regione «più tamponi ai sintomatic­i e ai loro famigliari», più mascherine e presidi di protezione ma soprattutt­o l’autorizzaz­ione a sperimenta­re test sierologic­i (come in Veneto ed EmiliaRoma­gna) per verificare chi ha sviluppato anticorpi ed è quindi fuori pericolo.

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I test

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