Festa dell’Opera cancellata
Il coronavirus ha contagiato anche la Festa dell’Opera: l’edizione 2020 (la nona, prevista il 6 giugno) è stata cancellata. La decisione è stata presa dal Cda del Grande.
Soprani che improvvisano scene madri nei vagoni del metrò, arie cantate nei salotti dell’aristocrazia, sui taxi e nelle fabbriche, melomani che sfidano la claustrofobia e ascoltano le opere nei caveau delle banche e musica meticcia che contamina la lirica con il jazz, l’elettronica, lo swing e il rock: tutto rimandato all’anno prossimo. Il coronavirus ha contagiato anche la Festa dell’Opera: l’edizione 2020 (la nona, prevista il 6 giugno) è stata cancellata. «Il programma sarà presto online», si legge sul sito dell’evento, ma pare che la scorsa settimana il Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Grande, d’accordo con il soprintendente
Umberto Angelini, abbia deciso di annullarla: la notizia dovrebbe essere confermata nel giro di qualche ora. È una scelta inevitabile, per questioni di salute e non solo. Lasciare in stand-by artisti e tecnici nell’attesa che rientri l’emergenza sanitaria per poi — magari, e facilmente — essere costretti ad annullare l’evento con pochi minuti di preavviso, sarebbe stato folle. Stessa storia per le spese: tra hotel per il cast e fatture varie ed eventuali, il Grande avrebbe rischiato di buttare (o quasi) circa 150 mila euro, il budget della Festa dell’Opera. E anche se i contagi dovessero fermarsi prima dell’estate, non si sa come e in che forma potrebbero essere allestiti festival, concerti, pièce e spettacoli. Stesso copione per la Festa della Musica: la Loggia sta valutando se posticiparla o rimandarla al 2021. La decisione sarà presa entro qualche giorno: in settimana, è prevista una riunione (ovviamente virtuale) tra il vice sindaco Laura Castelletti, JeanLuc Stote e tutto lo staff. Appare scontato che la data non resti quella prevista prima del coronavirus: il 20 giugno. Le opzioni restano aperte: spostare l’evento a settembre, sperando che sia finita l’emergenza sanitaria, o cancellarlo e aspettare l’anno prossimo.