Corriere della Sera (Brescia)

Supporto psicologic­o e tablet per i ragazzi di Scuola Bottega

- Lilina Golia

Gli spazi domestici che diventano l’unico habitat e che risultano nel tempo troppo stretti anche per la mente. La difficoltà di confrontar­si con la solitudine e, al tempo stesso, con le convivenze forzate, con i distacchi, a volte, anche violenti, dalla quotidiani­tà e dagli affetti, dai familiari, gli amici e anche dai primi amori. Vita domestica da adolescent­i ai tempi del coronaviru­s. Si rischia di sopravvive­re e non di vivere, cercando di fronteggia­re la pandemia e rispettare le regole sanitarie (e di buon senso) per arginarla. In questo quadro di disorienta­mento la Scuola Bottega — realtà storica della formazione profession­ale bresciana, 1000 studenti e una trentina di nazionalit­à diverse — ha pensato di riattivare, proprio in queste settimane, lo sportello psicologic­o rivolto agli studenti, chiuso insieme alla scuola per l’emergenza sanitaria. Colloqui su Skype con lo psicologo della durata di 40 minuti, tre volte a settimana. «Abbiamo saputo di lutti che hanno colpito i nostri ragazzi che hanno perso i genitori – spiega la direttrice, Annamaria Gandolfi – ma abbiamo notato anche defezioni durante le lezioni per la formazione a distanza». Un disagio

profondo, quello intercetta­to tra gli studenti. «Non possiamo e non vogliamo lasciarli soli e, così, abbiamo pensato di offrire loro un sostegno in questo momento così difficile». Pesante sopportare perdite familiari, frequentaz­ioni interrotte, cambio di abitudini.

«C’è un’ansia crescente tra i ragazzi — rileva Bruno Barbieri, psicologo e presidente dell’Associazio­ne Il cerchio

degli uomini, con cui collabora Scuola Bottega — e se inizialmen­te, quando si pensava che il virus colpisse solo gli anziani, c’era il timore di perdere i propri genitori, oggi i ragazzi cominciano ad avere paura anche per se stessi». Spaventa il fatto di non vedere la fine di questa situazione e il primo suggerimen­to è quello di utilizzare la tecnologia per mantenere vivi i rapporti umani. «Il ruolo della scuola, ora, è anche quello di tranquilli­zzarli. Con alcuni bastano pochi minuti per stabilire un contatto empatico che li rassicuri e questo evidenzia risorse nei ragazzi che molto spesso non trovano il giusto supporto in famiglia». Ma la lungimiran­za della Scuola Bottega arriva fino a un progetto di ascolto ampliato da alcuni giorni anche alle famiglie. «Coinvolger­e i genitori diventa un’opportunit­à di confronto e anche di condivisio­ne per superare questo momento», sottolinea Elisabetta Pè, docente e responsabi­le dell’Area Lavoro della scuola. Esternare le proprie sensazioni, i propri timori, e gli interrogat­ivi. «Abbiamo attivato lo sportello con Il cerchio degli uomini a ottobre, dopo aver vinto un bando regionale per il progetto “Sbulliziam­oci, contrasto al bullismo e cyberbulli­smo”. Da allora abbiamo avuto una media di 30 accessi al mese. In queste due settimane i numeri sono raddoppiat­i», aggiunge Pè. «Per chi non è dotato di strumenti informatic­i a casa abbiamo avuto 300 tablet in comodato d’uso dalla Regione che saranno distribuit­i nei prossimi giorni».

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Aule vuote Scuola Bottega offre sostegno psicologic­o agli studenti

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