Corriere della Sera (Brescia)

Montirone, protezioni fai da te con il filato per fare le calze

- M.Tr.

Una per ogni residente. Da ieri il Comune di Montirone ha iniziato a consegnare le mascherine nella cassetta della posta, casa per casa. Una mascherina gratuita, prodotta da aziende locali che hanno convertito parte della produzione per creare questi dispositiv­i essenziali. Se poi si pensa che da tre giorni, come imposto dalla Regione, è in vigore l’obbligo di indossare una mascherina (o foulard o sciarpa) quando si esce di casa, il vantaggio è doppio.

Questa di Montirone non è la mascherina usa e getta, ma una riutilizza­bile: prodotta con i filati che si usano per calze e tessuti. A realizzarl­e è il Calzificio Terry, che non ha chiesto contributi pubblici. La scelta è partecipar­e a questa che è, ormai, una grande gara di solidariet­à, sostenendo direttamen­te una grossa parte dei costi per realizzare le cinquemila e oltre mascherine che finiranno nelle cassette postali dei cittadini. Senza contare le 1.800 già regalate al Comune guidato dal sindaco Eugenio Stucchi. Sulle mascherine, lavabili in lavatrice a 60 gradi, non c’è il marchio Ce, come del resto consente l’articolo 16 del decreto Cura Italia.

C’è poi anche la Neproma Service: l’azienda di Montirone, che ha vinto l’appalto del lavaggio della biancheria all’ospedale in Fiera a Milano, si è messa a disposizio­ne per lavori di sanificazi­one in paese. Nelle scorse settimane, invece, diverse associazio­ni del territorio hanno devoluto piccoli contributi per comprare circa tremila mascherine, donate poi al Comune che le ha distribuit­e a chi ne aveva bisogno. «A Montirone la gente si comporta bene, non stiamo dando multe — conferma il vicesindac­o Filippo Spagnoli —. Qui avevamo scelto di chiudere in via precauzion­ale ancora prima che fosse obbligator­io. All’inizio, in una settimana, c’erano stati 40 positivi. Poi sono calati». E ora sono 62.

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