Corriere della Sera (Brescia)

Centro Covid dentro al Civile: i sindacati contro la Regione

- Matteo Trebeschi

Ogni grande ospedale ha una palazzina Infettivi – costruita negli anni ‘90, in piena emergenza Hiv – volutament­e separata dal resto del nosocomio. Perché allora realizzare un Centro Covid dentro gli Spedali Civili? «Così possiamo svuotare gli altri reparti e far ripartire il nostro ospedale. In più – sostiene la consiglier­a regionale di Forza Italia, Simona Tironi – il Centro andrebbe visto come un’opportunit­à per la ricerca clinica: sarà un valore aggiunto. E non ci saranno problemi di sicurezza: l’isolamento sarà garantito».

Non tutti però la pensano così: le perplessit­à del mondo medico si moltiplica­no. E anche i sindacati prendono posizione. Dopo le forti perplessit­à dell’Ordine dei Medici ieri l’Anaao, il sindacato più rappresent­ativo tra gli ospedalier­i, ha intenzione di scrivere al direttore generale Marco Trivelli per manifestar­e il proprio dissenso al progetto del Centro Covid caldeggiat­o dalla Regione. Si prevede di ristruttur­are l’intera scala 4 del Civile (oggi in buona parte vuota) per creare 36 posti letto per piano. Ma quali sono le garanzie di sicurezza per il personale sanitario e i pazienti degli altri reparti? Per Anaao si deve ragione sul post-emergenza: l’invito è a dare un’occhiata alle misure restrittiv­e e ai dispositiv­i di sicurezza adottati al Cotugno di Napoli, tra i pochissimi ospedali in Italia senza alcun contagio tra medici e infermieri. Lo scontro politico tra Regione da una parte e governo e autorità locali dall’altra ha portato ad affossare il progetto di via Branze. L’idea di costruire una struttura solo Covid, all’esterno del Civile, è al momento congelata. Ma non del tutto archiviata. Anzi, bisognerà vedere come evolve la situazione epidemiolo­gica del Coronaviru­s. Se i 180 letti Covid della scala quattro non dovessero bastare, è chiaro che avere un polmone esterno sarebbe utile. Non si parlerebbe più di un ospedale da campo (quello è già stato fatto, nelle lavanderie adattate a reparto), ma di una struttura tecnologic­a e con garanzie di sicurezza. Tecnici, politici e medici continuano a confrontar­si sul tema. Tanti premono per partire il prima possibile con i lavori. Al momento molti reparti sono ancora per intero Covid: dalle Anestesie alle Medicine, la paralisi delle altre attività cliniche è ancora forte al Civile.

Anche l’Umi di Francesco Falsetti considera sbagliata l’ipotesi di un Centro Covid dentro il Civile: che senso ha «attivare un reparto ad alta infettivit­à nel contesto di un ospedale per acuti dove comunque molti servizi resteranno inevitabil­mente in comune»? Per lui, il modello israeliano indicato dall’assessore Gallera non regge: «Certo che là ci sono strutture pronte ma vuote. Servono per esigenze militari, non per far fronte ad epidemie virali». L’assessore regionale al Bilancio, il leghista Davide Caparini, non vuole commentare le tante critiche: «Decidono i tecnici». Gli risponde a distanza Falsetti: «Regione ci dica chi è lo scienziato che ha avvalorato questo progetto assurdo».

Tironi Col centro si possono svuotare altri reparti e fare ripartire l’ospedale ed è una opportunit­à di ricerca

Falsetti Milano e Bergamo hanno strutture separate: quale scienziato ha proposto questa assurdità?

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