Corriere della Sera (Brescia)

L’ostello diventa clinica per i disabili

- di Nicole Orlando

Da ostello per turisti a casa per i disabili rimasti contagiati da coronaviru­s e di difficile gestione in famiglia. Il progetto «accoglienz­a Covid-19» di Fobap è stato sostenuto dalla Fondazione della comunità bresciana e ha ricevuto il via libera dall’Ats: sono stati creati 10 posti in totale nella villa a Toscolano Maderno, 8 dei quali sono già occupati. Gli ospiti vengono seguiti ventiquatt­ro ore su ventiquatt­ro da personale infermieri­stico che ha in dotazione tutti gli strumenti di protezione persona per evitare contagi.

Il lungo corridoio parte dall’ingresso e punta dritto alla terrazza vista lago, un passo dopo l’altro sulla destra si aprono le stanze degli ospiti («non li chiamiamo pazienti»): Simone è seduto al tavolo, Giulio riposa sul letto, c’è chi guarda il sole fuori e chi osserva le operatrici, chi ascolta musica e chi fissa i propri pensieri.

Incollate ai muri si leggono ancora le «regole» per chi veniva in vacanza, «ridere spesso, fare ciò che si ama, pulire scarpe e zampe prima di entrare» insieme a quelle di oggi, appese ovunque come promemoria per il personale: «Rispettare le procedure di sicurezza», «entrare solo con i dispositiv­i di protezione», «lavarsi le mani».

L’ostello Villa Dalla Rosa di

Toscolano Maderno, gestito da Fobap, è diventato un reparto Covid per persone disabili: di turisti non se ne vedranno per molto tempo, e la necessità di garantire un’assistenza adeguata ai disabili ha portato a convertire l’ostello in reparto per chi presenta i sintomi dell’infezione o è risultato positivo al test. «Oggi mi sento bene» dice Simone, poi sintetizza la routine che scandisce le sue giornate: «Doccia colazione denti pranzo cena».

Non c’è molto altro da fare, qui si viene per guarire e per evitare di contagiare gli altri: molti ospiti arrivano da strutture residenzia­li per disabili, qualcuno da una segnalazio­ne dell’ospedale Civile, per completare il percorso di guarigione dopo le dimissioni. «C’era la necessità di avere una struttura dedicata a queste persone, che hanno gli stessi rischi degli altri — spiega Simone Antonioli, direttore tecnico Fobap — ma sono più fragili e non sanno gestire autonomame­nte tutte le pratiche di igiene e prevenzion­e, quindi aumentano il rischio di contagio per operatori e familiari».

Il progetto «accoglienz­a Covid-19» è stato sostenuto dalla Fondazione della comunità bresciana e ha ricevuto il via libera dall’Ats: 10 posti in totale, 8 dei quali occupati. Il responsabi­le sanitario è Pierantoni­o Bulgari, con lui gli operatori Fobap e gli infermieri dello studio infermieri­stico RS associati: «Alla base della collaboraz­ione — spiega Fabio Stanga, uno dei titolari dello studio — c’è uno scambio di competenze: da una parte gli infermieri che non conoscevan­o direttamen­te la disabilità, dall’altra gli operatori, che hanno rapidament­e imparato ad attuare tutte le procedure di sicurezza necessarie per la gestione dei pazienti Covid».

Nelle residenze sanitario assistenzi­ali (rsd) per disabili, una decina in tutta la provincia, continuano le attività ordinarie, e il rischio è che diventino nuovi focolai del contagio. E in alcune strutture è già successo.

«All’inizio dell’emergenza — continua Antonioli — siamo stati lasciati soli, senza indicazion­i e senza dispositiv­i di sicurezza. Adesso per fortuna le cose stanno cambiando».

A pochi metri dall’ostello si trova l’imponente villa Zanardelli, che oggi accoglie 28 persone: «Erano 29 ma purtroppo il nostro Pietro, 72 anni, ci ha lasciati pochi giorni fa. È stato l’unico morto per coronaviru­s nelle nostre strutture. Aveva una grande allegria, ci mancherà molto» spiega Valter Chiari, responsabi­le della rsd sempre gestita da Fobap. Nel salone si guarda la tv, scampoli di una quotidiani­tà anche qui stravolta: la solitudine, l’assenza dei familiari che non possono più entrare in visita, le uscite sospese, la normalità dell’esistenza ridotta ai minimi termini.

«Tutto è cambiato di punto in bianco: gli ospiti si sono trovati isolati, senza poter uscire, senza vedere le famiglie e limitando anche i contatti con gli operatori, e tutto questo senza capire perché. Possiamo dire che anche loro hanno sopportato fin troppo bene questa segregazio­ne. Solo oggi — conclude Chiari — iniziano a mostrare segni di cedimento. La speranza che la situazione migliori c’è, anche se un vero cambiament­o sembra ancora lontano».

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Reportage
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(Foto Ansa) Villa Dalla Rosa a Toscolano Maderno l’ostello trasformat­o in struttura, con l’ok dell’Ats di Brescia, che accoglie le persone con disabilità contagiate da Covid 19. Fobap ha attrezzato 18 posti
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