Concorso per la vigilessa scattano misure cautelari
Obbligo di dimora per vincitrice e segretario, domiciliari al capo dei vigili di Cazzago
Aveva un titolo di studio non idoneo, ma il segretario comunale ha ignorato la cosa e il membro esterno della commissione esaminatrice, comandante della polizia Locale di Cazzago, avrebbe pure corretto otto risposte errate pur di far assegnare a Basma Bouzid, il posto di comandante della polizia Locale di Bagnolo Mella. Il gip ha accolto le richieste del pm Ambrogio Cassiani e disposto misure per la vincitrice e due funzionari. Il sindaco Almici è indagato.
Al bando non avrebbe dovuto nemmeno essere ammessa, figuriamoci vincerlo. Non solo non aveva i requisiti richiesti, ma ha pure «risposto in modo sbagliato a otto domande». Eppure, voto del primo scritto 30 trentesimi e un posto a tempo indeterminato da comandante della polizia locale di Bagnolo Mella per Basma Bouzid. Origini tunisine, 41 anni, se lo aggiudicò nel febbraio di un anno fa. Ma le polemiche non si fecero attendere, con tanto di minoranze sul piede di guerra.
Le indagini per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico coordinate dal pm Ambrogio Cassiani e delegate ai carabinieri di Verolanuova sono chiuse. E su ordinanza firmata dal gip Lorenzo Benini, sono scattate anche le misure cautelari: obbligo di dimora per Basma Bouzid e per il segretario comunale di Bagnolo all’epoca presidente della commissione esaminatrice Giampaolo Brozzi; arresti domiciliari, invece, nei confronti di Massimo Cozzo, 48 anni, comandante della Locale di Cazzago San Martino e membro esterno della commissione. Fu lui, a «correggere» il compito della vincitrice, «attribuendo fraudolentemente il massimo del punteggio alla prima prova scritta, anche in danno delle legittime aspettative degli altri partecipanti». Resta indagato il sindaco di Bagnolo, Cristina Almici (Fratelli d’Italia), così come altri due componenti della commissione: non c’è prova sia lei, l’istigatore degli illeciti dei commissari, pur amica di Basma. Anzi, dalle intercettazioni emergerebbe non fosse a conoscenza delle irregolarità o degli errori della candidata, che apprese con «sorpresa e sdegno, rammaricandosi di non poter mai sapere chi si ha di fronte», tanto da farle dire: «Il bando va invalidato».
Con «cinismo e prontezza», Cozzo, scrive il gip, «dopo aver fintamente esaminato la domanda e detto agli altri componenti che “c’erano la laurea e la traduzione” — una triennale in Economia conseguita in Tunisia, peraltro non contemplata a bando e non equivalente a un titolo italiano, ndr— individuato l’elaborato dell’amica Basma, ha fatto in modo di correggerlo in solitudine e indotto gli altri membri della commissione ad attribuirle il massimo del punteggio». Quindi, scrive il gip, «il massimo contributo all’illegittima nomina a comandante della polizia locale di Bagnolo Mella è certamente il suo. È l’unico degli indagati — peraltro — che dopo la partenza delle indagini ha sistematicamente omesso di usare il telefono».
Quanto a lei, Basma, «appare indicativo di una personalità proclive a delinquere, e categoricamente inidonea a rivestire la carica di comandante della Locale, il fatto che, pur consapevole di aver partecipato a un concorso per il quale non aveva i titoli, e che senza gli illeciti di Cozzo non avrebbe mai vinto, abbia fatto poi ricorso al giudice del lavoro perché il Comune procedesse con la sua assunzione». Cosa che poi è effettivamente successa. Si tratta di una persona «che cerca la strada più facile», pur di arrivare. E «il rischio che strumentalizzi la propria funzione in ragione degli interessi personali è elevato». Comportamenti simili ne aveva già avuti, a Lecco («hai qualche aggancio in commissione?» chiedeva nell’ottobre 2018 a proposito di un precedente bando). Resta a casa, a Salò. Così come è sottoposto all’obbligo di dimora il segretario, Giampaolo Brozzi i cui comportamenti vengono definiti a tratti imbarazzanti: «La sua spudorata perseveranza nel voler sostenere, a nome del Comune, tesi insostenibili fino all’assurdità. Allo scopo di conservare la posizione di Basma Bouzid, tranquillizzando il sindaco e invitandolo a non andare alla ricerca di appesantimenti procedurali (sul titolo di studio), impone l’applicazione di una misura cautelare». La stessa. Non poteva non sapere, per chi indaga, che la 39enne non avrebbe potuto nemmeno partecipare a quel bando, e che il suo «certificato di equipollenza» della laurea rilasciato da un centro di formazione francese non avesse alcun valore.