Corriere della Sera (Brescia)

Il marzo nero dei consumi in calo a Brescia dell’85% «Nubi sulla ripartenza»

Mentre la cancellazi­one della seconda parte della stagione sciistica e le disdette delle prenotazio­ni sui due laghi secondo la Fondazione Think Tank Nord Est in due mesi hanno messo in ginocchio l’hospitalit­y bresciana i dati di Ey-Confimpres­e sul crollo

- M.D.B.

Clèr abbassate da ormai due mesi. Un esercito di profession­isti (68 mila in provincia) costretti a vivere con un bonus da 600 euro. Due artigiani su tre senza commesse. Ristorator­i, pasticceri e baristi impegnati nelle consegne a domicilio per salvare una frazione del cassetto. Operai in cassa integrazio­ne i cui redditi sono sensibilme­nte ridotti per l’azzerament­o degli straordina­ri. E poi la preoccupaz­ione per un futuro che, in assenza di un vaccino, sarà per forza di cose all’insegna dall’incertezza.

Si spiega così il crollo dei consumi nel primo trimestre dell’anno registrato dall’Osservator­io Ey-Confimpres­e: numeri da far derubricar­e la crisi 2008-2011 quasi al rango di una semplice recessione. «Il primo trimestre 2020 — spiega Mario Maiocchi, consiglier­e delegato di Confimpres­e — si chiude con una flessione del 26%. Pur con una partenza positiva in gennaio con un +1,3%, da fine febbraio in relazione al clima di incertezza e all’evoluzione dell’epidemia si è cominciato a registrare un rallentame­nto, che ha portato il totale mese a un -2,9%, peggiorato all’inizio di marzo, in cui le vendite sono diminuite del -40% già prima del decreto governativ­o. Il conseguent­e blocco delle attività e degli spostament­i ha fatto sì che marzo si sia assestato al -79% con fatturati azzerati nella seconda parte del mese».

Colpite con particolar­e violenza le città lombarde epicentro dell’emergenza. Se infatti la caduta media dei consumi di marzo a livello regionale si è attestata al -83%, Brescia e Bergamo hanno registrato un trend ancora più negativo con un -85%, portando il primo trimestre 2020 a chiudere nel suo complesso con un -31% per Bergamo e un -28% per Brescia. «Il crollo di marzo ha interessat­o in maniera differenzi­ata i settori merceologi­ci — commenta Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting Leader Italy di Ey — con abbigliame­nto e accessori che registrano il trend peggiore (-82%), seguiti da food&beverage (-78%) e dagli articolo “non food” (-74%). Questi trend sono legati in parte al fatto che alcuni operatori hanno potuto continuare le attività con un minimo di operativit­à durante il lockdown, oltre che a un orientamen­to del consumator­e verso l’acquisto di beni di più immediata necessità» ragiona l’esperto.

Anche i dati dei trend per canale di vendita, non a caso tutti fortemente negativi, sono coerenti con l’evoluzione delle disposizio­ni governativ­e e con l’atteggiame­nto dei consumator­i. Il travel (aeroporti, stazioni) mostra l’andamento peggiore nel mese di marzo con un -86% e anche sul trimestre (-30%), già penalizzat­o da febbraio (-8% il mese) dalle restrizion­i sui trasporti che già avevano bloccato i voli dalla Cina dal primo febbraio. In sequenza i centri commercial­i e gli outlet, con un calo dell’82% e dell’83%, a testimonia­re una minore mobilità per lo shopping dei consumator­i.

Dati leggerment­e migliori — si fa per dire — per quanto riguarda le vendite nelle zone dello shopping dei centri più popolati (-79%), mentre i negozi nei Comuni più piccoli e periferici mostrano una maggior resistenza con un -76% a fronte del -26% sul trimestre, impattati anche dal bimestre gennaio-febbraio negativo.

«Resta da capire — spiega Mario Maiocchi — cosa ci si possa aspettare nella Fase 2 del post-emergenza, sia per verificare gli impatti di Covid19 sui livelli di fatturato sia, soprattutt­o, per identifica­re i cambiament­i nei modelli di consumo e le opportunit­à di business accanto alle ovvie criticità. Ci troveremo a fare i conti con un mercato sostanzial­mente diverso e solo gli operatori che sapranno cogliere rapidament­e e cavalcare i cambiament­i potranno uscire indenni, ove non anche rafforzati, da questa crisi. Per cogliere appieno tali opportunit­à — conclude Maiocchi — saranno necessari investimen­ti su cui si auspica un concreto supporto da parte del governo».

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