Corriere della Sera (Brescia)

La Love parade senza colpevoli

Archiviazi­one definitiva

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Nessun colpevole per la strage della Love Parade a Duisburg. Nella calca per accedere alla zona dove era stato montato il palco, morirono 21 persone, tra loro anche Giulia Minola, appena 21 anni. Era il 24 luglio del 2010. Ora, a distanza di dieci anni e 183 udienze il tribunale di Duisburg ha archiviato il processo per i tre imputati chiamati a rispondere della strage. «Sapevamo che sarebbe finita così, ma quando poi succede davvero è diverso. È come se avessi esaurito la forza di avere dei pensieri». È il commento di Nadia Zanacchi, la mamma di Giulia.

Ha lottato per anni, affinché sua figlia avesse giustizia. Ma «sapevamo sarebbe finita così. Quando poi succede davvero però è diverso. È come se avessi esaurito la forza di pensare». Nadia Zanacchi è la mamma di Giulia Minola, unica vittima italiana su 21 della strage del Loveparade di Duirburg: rimasero schiacciat­e nella calca all’imbocco del tunnel che costituiva l’unico accesso e via d’uscita all’area della manifestaz­ione. Era il 24 luglio del 2010. E dopo 183 udienze il processo si è chiuso con l’archiviazi­one per 3 imputati (dipendenti della società che organizzò l’evento, la Lopavent) di omicidio e lesioni colposi, per non aver garantito i controlli di sicurezza. Il procedimen­to era iniziato l’8 dicembre 2017 con 10 imputati tra i componenti dell’organizzaz­ione della kermesse e del Comune di Duisburg. Sette posizioni erano già state archiviate nel febbraio di un anno fa. E il tribunale di Duisburg aveva chiesto di definire la causa prima della prescrizio­ne. Nessun colpevole. Ma lei, Nadia, è stata una guerriera: «Con le armi spuntate», dice. «Volevano eliminare il problema sin dall’inizio e ora ce l’hanno fatta. Una pena infinita». Per un epilogo che «è un’offesa al più e profondo senso di giustizia», dice Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in commission­e giustizia a Montecitor­io, auspicando «Germania o istituzion­i europee trovino un modo per onorare le vittime e ristorare i famigliari orfani di giustizia». Nadia ora pensa a un «premio» per gli studenti insieme al Politecnic­o di Milano. In memoria di Giulia. (m.rod.)

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