Mazzoncini «resiste» Del Bono: legge rispettata
A Palazzo Loggia i dubbi di Ghidini (M5S)
Non c’è alcun impedimento giuridico alla nomina dell’ingegner Renato Mazzoncini (ex numero uno di Ferrovie) alla guida di A2A. Il caso scoppiato ieri in consiglio comunale a Brescia, per iniziativa di Guido Ghidini (M5S) che contestava al manager di essere oggetto di due indagini, è stata sopita dal sindaco: legge Severino rispettata, è eleggibile.
Non c’è alcun impedimento giuridico alla nomina dell’ingegner Renato Mazzoncini (ex numero uno di Ferrovie dello Stato) alla guida di A2A. Perché non risulta indagato a Parma e anche se è stato rinviato a giudizio per «truffa» dalla procura di Perugia non c’è ancora alcuna sentenza di condanna e quindi è eleggibile anche secondo la legge Severino. Questa in buona sostanza la risposta che il sindaco Del Bono ha dato ieri in consiglio comunale — a microfoni spenti per via della legge sulla privacy — al capogruppo Guido Ghidini, il quale l’ha «interrogato in merito alle vicende giudiziarie del futuro amministratore delegato della multiutility partecipata dai comuni di Brescia e Milano.
Il primo cittadino ha ricordato che è stato il rettore del Politecnico di Milano a presentare al sindaco Beppe Sala la candidatura del bresciano Mazzoncini (che insegna nella sua università), scelta suffragata dal prestigioso curriculum del manager classe 1968. Del Bono ha anche ricordato che il comitato legalità dello stesso comune di Milano — che non ha adottato la Carta di Pisa, a differenza di Brescia — ha dato il suo via libera alla candidatura. Un punto questo, non digerito appieno da Ghidini, che ricordava nell’interrogazione le perplessità del presidente del comitato legalità del comune di Milano, l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo.
Del Bono ha dettagliato le mosse fatte dal comitato per la legalità del comune socio: ha richiesto i carichi pendenti del futuro manager al casellario giudiziario di Brescia, dove non è risultato nulla. Stessa cosa ha fatto con Parma, dove la Procura — in data 4 marzo 2020 — ha risposto che non vi è alcuna pendenza a carico di Mazzoncini (smentendo quindi diversi articoli di stampa riportati nella stessa interrogazione). La procura di Perugia ha però confermato il rinvio a giudizio. Qui una società («non certo l’ingegner Mazzoncini in persona» ha detto il sindaco) è accusata di aver falsato i dati sul traffico del trasporto pubblico per poter avere più contributi ministeriali. Mazzoncini, in modo indiretto in quanto fino al luglio 2018 è stato amministratore delegato di Fs, è finito indagato per «truffa». Ma le norme della legge Severino (articolo 3 del decreto legislativo 39 del 2013 e l’articolo 10 del dlgs 235 del 2012) non fanno riscontrare nessuna «inconferibilità perché non c’è sentenza di condanna», ha precisato il sindaco. Che ha escluso la necessità di un parere del comitato legalità del comune di Brescia (presieduto dal papà di Renato, Roberto Mazzoncini, ex presidente del tribunale di Brescia): la competenza era in campo allo stesso organo milanese, che ha già dato il suo ok. Nomina che sarebbe rispettosa anche della Carta di Pisa (codice etico per gli enti locali sottoscritto dalla Loggia nel 2014) visto che la stessa prevede le dimissioni dell’amministratore di una società pubblica qualora sia rinviato a giudizio per reati quali corruzione, concussione, estorsione, mafia, traffico di rifiuti. Ma non per truffa. «Resta qualcosa di poco trasparente in questa nomina e il comune di Milano dovrà affrontare questa situazione. Sarebbe stato opportuno che l’ingegner Mazzoncini avesse fatto un passo indietro» la replica del consigliere Ghidini.
Nulla a questo punto lascia presagire che ci sia un rinvio dell’elezione dei nuovi vertici A2A. L’assemblea dei soci si terrà il 13 maggio al termovalorizzatore di Brescia.
Del Bono ha grandi aspettative su Mazzoncini in quanto manager attento alla sostenibilità ambientale, quindi in grado di far proseguire alla partecipata la sterzata green incardinata dai vertici uscenti, Valotti-Camerano.
"Del Bono L’accusa di «truffa», a differenza di quelle per mafia o corruzione, non ne impedisce l’elezione
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Il comitato legalità del comune di Milano ha dato l’ok alla nomina, quello di Brescia non deve esprimersi