Ripartire con un rischio accettabile
Anche se in ritardo e con affanno l’Europa prova ad innescare la marcia verso rilancio. L’UE c’è per fronteggiare la tempesta perfetta più devastante dal 1945 e forse peggiore di quella del ’29. Certo rimangono incertezze sui numeri: i costi dell’uscita dal
COVID-19 e i costi del rilancio. Anche negli strumenti economici ora serve una Fase 2 appunto, ma nella chiarezza, aprendo con alcune garanzie e sicurezze e liberando liquidità nel sistema per iniziare il galleggiamento sopra le turbolenze in corso e quelle – peggiori – che sono in arrivo. Insomma, primum vivere, con un compromesso ragionevole da 1000 miliardi (di più è meglio) ma anche con una politica fiscale acconcia che non sia solo di rinvii di scadenze. La liquidità sopra i 25.000 seguirà le strade «bancarie» consuete, ma quella sotto tale soglia da trasferire ad artigiani e PMI, ristoratori e albergatori, società di servizi vanno concessi rapidamente saltando le trappole burocratiche tra banche e Sace. Sotto questa soglia di «galleggiamento» deve bastare una pagina con poche informazioni e quella liquidità va concessa rapidamente e direttamente sui conti, verificando ex-post la correttezza delle informazioni rilasciate e autocertificate e perseguendo le violazioni. Dovremo peraltro essere certi di avere la sanità in sicurezza e dotata di risorse e strumenti adeguati (mascherine, respiratori, disinfettanti, test sierologici e tamponi, percorsi covid/no-covid distinti). Inoltre, certi che sui luoghi di lavoro si adottino gli strumenti adatti di protezione e controllo di tutti i lavoratori, in entrata e durante le attività, intervenendo rapidamente con i casi sospetti, isolandoli e informando i servizi sanitari. Va accelerata la chiusura del negoziato europeo sulle risorse per anticiparle entro fine 2020, e dunque anche stoppare ritorni di «sovranismi isolazionisti», essendo chiaro che nessuno potrà uscire da questa crisi “da solo” né con soli bond nazionali senza “ombrello” europeo. Insomma servono decisioni rapide ed efficaci anche per evitare derive autoritarie e degenerazioni della democrazia sempre incombenti nelle situazioni di crisi planetaria multidimensionale come quella che stiamo attraversando. Da cui deriva la sfida enorme di nuove povertà che sta per sommergere oltre 8 milioni di persone e che coinvolge anche zone di vecchia industrializzazione accrescendo le diseguaglianze. La pandemia deve essere allora occasione per recuperare sui nostri storici ritardi, sanitari, educativi, burocratici, ambientali, sociali e di innovazione. Con ordine, prudenza e liquidità si può ripartire ad un rischio accettabile.