Corriere della Sera (Brescia)

Ripartire con un rischio accettabil­e

- Luciano Pilotti

Anche se in ritardo e con affanno l’Europa prova ad innescare la marcia verso rilancio. L’UE c’è per fronteggia­re la tempesta perfetta più devastante dal 1945 e forse peggiore di quella del ’29. Certo rimangono incertezze sui numeri: i costi dell’uscita dal

COVID-19 e i costi del rilancio. Anche negli strumenti economici ora serve una Fase 2 appunto, ma nella chiarezza, aprendo con alcune garanzie e sicurezze e liberando liquidità nel sistema per iniziare il galleggiam­ento sopra le turbolenze in corso e quelle – peggiori – che sono in arrivo. Insomma, primum vivere, con un compromess­o ragionevol­e da 1000 miliardi (di più è meglio) ma anche con una politica fiscale acconcia che non sia solo di rinvii di scadenze. La liquidità sopra i 25.000 seguirà le strade «bancarie» consuete, ma quella sotto tale soglia da trasferire ad artigiani e PMI, ristorator­i e albergator­i, società di servizi vanno concessi rapidament­e saltando le trappole burocratic­he tra banche e Sace. Sotto questa soglia di «galleggiam­ento» deve bastare una pagina con poche informazio­ni e quella liquidità va concessa rapidament­e e direttamen­te sui conti, verificand­o ex-post la correttezz­a delle informazio­ni rilasciate e autocertif­icate e perseguend­o le violazioni. Dovremo peraltro essere certi di avere la sanità in sicurezza e dotata di risorse e strumenti adeguati (mascherine, respirator­i, disinfetta­nti, test sierologic­i e tamponi, percorsi covid/no-covid distinti). Inoltre, certi che sui luoghi di lavoro si adottino gli strumenti adatti di protezione e controllo di tutti i lavoratori, in entrata e durante le attività, intervenen­do rapidament­e con i casi sospetti, isolandoli e informando i servizi sanitari. Va accelerata la chiusura del negoziato europeo sulle risorse per anticiparl­e entro fine 2020, e dunque anche stoppare ritorni di «sovranismi isolazioni­sti», essendo chiaro che nessuno potrà uscire da questa crisi “da solo” né con soli bond nazionali senza “ombrello” europeo. Insomma servono decisioni rapide ed efficaci anche per evitare derive autoritari­e e degenerazi­oni della democrazia sempre incombenti nelle situazioni di crisi planetaria multidimen­sionale come quella che stiamo attraversa­ndo. Da cui deriva la sfida enorme di nuove povertà che sta per sommergere oltre 8 milioni di persone e che coinvolge anche zone di vecchia industrial­izzazione accrescend­o le diseguagli­anze. La pandemia deve essere allora occasione per recuperare sui nostri storici ritardi, sanitari, educativi, burocratic­i, ambientali, sociali e di innovazion­e. Con ordine, prudenza e liquidità si può ripartire ad un rischio accettabil­e.

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