Corriere della Sera (Brescia)

Paolo, medico contagiato da Brescia a Gardone Vt andava in bici o di corsa Al cardiologo han concesso di allenarsi in pausa pranzo sulle scale dell’ospedale

«Solo gli occhi per comunicare con i pazienti»

- di Lilina Golia

«Buongiorno e benarrivat­o, mi chiamo Paolo e sono il suo medico». Frase di rito, ma non per questo senza sentimento, anzi. «Perché i pazienti bisogna farli sentire un po’ a casa, anche se sono in ospedale. C’è chi in alcune situazioni va più coccolato di altri». Se questa pandemia fosse una pièce teatrale lui sarebbe il one man show, visto che, da solo, incarna alcuni dei protagonis­ti principali di questo drammatico momento. Paolo Maggi, medico in prima linea contro il Covid 19, volontario, runner (categoria al centro delle discussion­i più calde delle ultime settimane), e, da qualche giorno, contagiato dal virus, per fortuna in forma lieve. «Contagiato in zona Cesarini, a fine collaboraz­ione. Sono al giorno 4 di 14 di isolamento, ma conto di tornare presto al mio lavoro. Quando mi sarò fatto gli anticorpi, mi farò prelevare il plasma, sperando possa essere utile a qualcuno in fase acuta». Ci scherza su, ma, intanto, pur da malato, non smette di essere medico per vocazione. Cardiologo agli ambulatori di via Corsica dell’ospedale Civile di Brescia, quando è scattata l’emergenza non ha esitato un attimo a mettersi a disposizio­ne. «Prima ho pensato di rendermi utile portando la spesa o distribuir­e pasti a chi ne aveva bisogno. Poi ho saputo che cercavano personale all’ospedale di Gardone Valtrompia, convertito a Covid, e in meno di due giorni ho iniziato lì». Medico per vocazione e sportivo nell’anima. Ogni mattina negli ultimi due mesi ha coperto il tragitto dal centro di Brescia, dove abita, al nosocomio valtriumpl­ino — 20 chilometri — in bicicletta o a piedi. «In pausa pranzo mi avevano accordato il permesso di fare su e giù dalle scale dei 10 piani dell’ospedale. Per tenermi in forma». Ma sempre in sicurezza, guanti e mascherina di rigore, fino a nuovo ordine, nella profession­e e anche nello sport. «Se si fa una passeggiat­a a ritmo veloce, forse la mascherina chirurgica si può anche sopportare. Ma se si tratta di un allenament­o di corsa sostenuto o di ripetute in salita, diventa difficile tenerla. Respirando forte, rischi di trovartela nell’esofago». Scherza ancora, ma aggiunge che «l’importante è averla con sé e indossarla quando si incrocia qualcuno, ricordando sempre di tenere le distanze». Pedalate e sgambate per raggiunger­e l’ospedale o tornare a casa. Sport e pensieri in libertà hanno permesso a Paolo Maggi di trovare una chiave tutta sua per affrontare il lavoro. «Con la mente sono tornato a 30 anni fa, giovane medico della cardiologi­a del Civile. E questo mi ha semplifica­to tutto, ripensando al giro che facevo per salutare uno a uno i miei malati che ho sempre considerat­o i miei figli». Ma la difficoltà stavolta era quella di mantenere salda l’empatia, con una mimica tutta falsata dalla bardatura. «Avevo solo gli occhi a disposizio­ne, visto che dai pazienti mi presentavo con tuta, due camici, visiera, copricapo, doppi guanti. E in questi casi gli occhi diventano tutto». Occhi, a volte, pieni di lacrime, «quando qualcuno ha ceduto poco alla volta e poi ti lasciato, senza aver potuto salutare i familiari».

Occhi che hanno sprizzato gioia, «quando ho dimesso e accompagna­to fuori dall’ospedale Gianni, 90 anni, mi ricordava mia mamma che ne ha 93. Sono stato contento che potesse tornare dai suoi cari». Nel bagaglio di questo viaggio nella pandemia ci sta l’accoglienz­a da parte dei colleghi, la condivisio­ne di pareri e momenti, al di là di incarichi e gerarchie, «un’unione di forze incredibil­e, per combattere lo stesso nemico. Ho trovato persone speciali che non smetterò mai di ringraziar­e».

"Maggi Il momento più bello è stato quando ho dimesso un malato di 90 anni, sono stato contento che potesse tornare dai suoi cari

L’allenament­o

 ??  ?? Paolo Maggi cardiologo in via Corsica per l’emergenza ha prestato la sua opera all’ospedale di Gardone Val Trompia
Paolo Maggi cardiologo in via Corsica per l’emergenza ha prestato la sua opera all’ospedale di Gardone Val Trompia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy