Corriere della Sera (Brescia)

La Circolare quasi deserta «Temevamo il collasso invece mai così poca gente»

- di Pierpaolo Lio

«Avrà vinto la paura». È il mattino del via alla fase 2, sono da poco passate le 7. Manuel si guarda attorno stupito: sulla 90 c’è il deserto. In una manciata di fermate, anche quei pochi che erano saliti al capolinea si sono già dileguati. «Non ho mai smesso un giorno di lavorare, faccio il badante — racconta — ma forse non c’è mai stata così poca gente. Non so proprio come spiegarmel­o». L’assalto a bus e tram è stato per giorni il timore di tutti. Invece il Dday, almeno da questo punto di vista, non passerà alla storia.

La giornata fila via liscia, anche negli orari di punta, a parte qualche isolato caso. Il personale Atm che si ritrova al gabbiotto di piazzale Lotto è rasserenat­o. Il clima è da scampato pericolo. «Eravamo preoccupat­i — confessano —. Ci aspettavam­o la fine del mondo». Anche gli autisti che hanno appena concluso il giro faticano a crederci. «Si viaggia tranquilli. È quasi impossibil­e non fare l’anticipo», è il rapporto fatto ai colleghi.

Sul piazzale non scaricano mai più d’una ventina di passeggeri, che in un attimo si sparpaglia­no o s’inabissano nella stazione della Rossa. Il flusso a singhiozzo regala comunque una certezza: le mascherine, di ogni foggia e colore, fanno ormai parte degli automatism­i. I guanti (anch’essi obbligator­i sui mezzi pubblici), no. «Si fa fatica a trovarli», si giustifica una signora. In questo snodo della Milano che lavora, la fretta è condizione comune. Qua il milanese è sempre «imbruttito», che sia autoctono o d’importazio­ne. Tutti di corsa. Pochi hanno voglia o tempo per parlare. Per Claudio Salvato, giovane agente immobiliar­e, ieri è stata la prima campanella dopo la prigionia. «Sono preoccupat­o — dice — ma stare a casa è stato stressante, anche se giusto».

Sulla 90 che parte poco prima delle 8 del mattino sono in sei. Tra loro, Fabiola Picciolo. Fa la custode in un condominio, e per lei la fase 2 non è poi tanto diversa dalla fase 1. «Ho preso la 90 tutti i giorni e oggi (ieri, ndr) c’è davvero poca gente. Forse hanno preferito l’auto». A bordo, avvisi sonori, cartelli e «bollini» ricordano di mantenere le distanze tra passeggeri. In questo caso missione tutt’altro che impossibil­e. Una coppietta entra però in crisi. Lei si siede vicino al finestrino. Lui si accorge del divieto a occupare i posti vicini. Esita. Partono occhiatacc­e. Ma alla fine vince il rispetto delle regole di sicurezza: resterà in piedi un metro più in là.

Intanto le fermate scorrono senza intralci. Mai più di duetre persone in attesa. In piazzale Lodi, c’è il pit stop. Una addetta Atm scende da un autobus «armata» di pistola con un serbatoio carico di un liquido: «Serve a sanificare i veicoli», spiega. È giusto un attimo. Si riparte.

Gli autisti

«Viaggi tranquilli, così è quasi impossibil­e non fare l’anticipo sull’orario di marcia»

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