Mafie e virus attaccano i fragili «L’attenzione è altissima»
Smaltimento rifiuti, accesso al credito e compravendite «Alto rischio infiltrazioni», il tavolo in Prefettura Savio (Dda): «Segnalare subito le operazioni sospette»
Evitare che imprenditori in difficoltà post Covid cadano nella rete degli usurai, che lo smaltimento dei rifiuti sanitari segua scorciatoie illecite proposte da aziende legate alla criminalità organizzata, o che a chiedere i fondi statali stanziati per l’emergenza sia chi deve riciclare denaro sporco in attività pulite. Per scongiurare il rischio infiltrazioni mafiose la Prefettura ha aperto il confronto. Per la Dda il primo passo è la segnalazione di operazioni sospette.
Provare a ripartire. Questo prevede la Fase 2. Affinché il l’economia possa rimettersi in moto, mentre alcune attività cercheranno in ogni modo di non fallire. Ed è proprio qui, tra le maglie di una ripresa difficile per tanti, che potrebbe insinuarsi impietosa la criminalità organizzata: offrendo soldi facili — o servizi — a chi non ne ha più, beffandosi dei finanziamenti statali da «girare» in affari poco puliti, comprando locali e immobili da usare per «lavare» il denaro sporco. Il rischio infiltrazioni esiste, naturalmente anche a Brescia, «e l’attenzione è altissima», conferma il viceprefetto Beaumont Bortone, il quale ha coordinato il web team dedicato proprio al mondo della finanza e del credito nell’era Covid, «per garantire regole certe e massima sicurezza ai cittadini che dovranno accedere ai finanziamenti di Stato e Regioni». Tra i presenti, anche i vertici della Guardia di Finanza e della Direzione investigativa antimafia, oltre ai rappresentanti di Banca d’Italia e Camera di commercio — la quale aprirà uno «sportello usura» proprio per sostenere chi dovesse cadere nella rete di finanziatori criminali.
Tre i grandi «fronti da presidiare» sull’asse che lega emergenza coronavirus e associazioni mafiose. Si parte da un «classico», lo smaltimento dei dispositivi sanitari, «che come sappiamo prevede costi elevati. Alcune aziende senza scrupoli potrebbero quindi proporre linee per la gestione rifiuti in depositi non autorizzati e con una filiera normale e non speciale, naturalmente a prezzi stracciati: il timore è che le grandi quantità di scarti di ospedali e Rsa siano smaltite illecitamente». E il pericolo sul quale si concentra l’attenzione del prefetto, Attilio Visconti, è «che dopo la raccolta di simili rifiuti, per mascherarne i reati, si proceda ad appiccare roghi, mettendo nuovamente a repentaglio la salute oltre che la sicurezza pubblica». Da qui la sollecitazione agli organi competenti affinché si conducano controlli — preventivi — costanti e verifiche mirate in discarica (autorizzata o non). Ma alla mafia fa gola anche l’intermediazione finanziaria, tanto da essersi evoluta al punto di «ragionare» come un’impresa vera e propria. In questo caso: «Offrendo soldi facili a imprenditori in difficoltà che non hanno il tempo di spettare la burocrazia dei canali ufficiali di accesso al credito, o magari presupposti sufficienti». E ancora, «potremmo trovarci di fronte a persone in cerca di fondi statali da usare per aprire bar e ristoranti dove riciclare capitali». L’invito del governo territoriale va quindi ai sindaci — soprattutto nelle località ad alta vocazione turistica — affinché «segnalino anche alla prefettura nuovi locali, in modo da innescare tutti gli accertamenti antimafia».
La Dia è al lavoro. La Dda «aspetta». Partendo da un presupposto: «La conclamata esistenza di una mafia paraeconomica dopo anni di crisi economica». Ma è su un elemento che punta l’attenzione il sostituto procuratore Paolo Savio, anima storica della Direzione distrettuale antimafia: «In questo quadro non bisogna sottovalutare la presenza, fondamentale, delle antenne che abbiamo a disposizione per la segnalazione di operazioni economiche sospette. E cioè i professionisti». Commercialisti, notai, consulenti del lavoro che siano. Perché è da loro che passano tutti gli eventuali e potenziali scenari illeciti. «Penso alle svendite di immobili o di realtà economiche sul lago, per esempio, o a cessioni anomale di pacchetti societari: per legge (la normativa antiriciclaggio) hanno l’obbligo di segnalare se qualcosa non torna, come una transazione in odore di riciclaggio a cui si abbina ormai la struttura economicamente complessa della criminalità mafiosa», così da attivare la polizia giudiziaria, quindi l’antimafia. «Andiamo a vedere cioè chi sono queste società e chi c’è dietro, chi offre o chiede soldi». Ma subito, però. «Dobbiamo prepararci, ci aspettiamo che la struttura di controllo individuata dall’antiriciclaggio funzioni, così come la normativa internazionale per tracciare i flussi di denaro verso i paradisi fiscali». Quello post Covid «sarà un banco di prova importantissimo. Ma le amministrazioni dello Stato devono parlare tra loro in modo da sapere sempre, grazie alla rete di sentinelle che abbiamo costruito, chi sta facendo cosa. E perché». Questa, per Paolo Savio, è «la prevenzione effettiva in grado di tutelare l’economia legale, fatta di imprenditori onesti».
Non da ultimo a tal proposito, la preoccupazione, anche sulle piattaforme di aiuti online, i Crowfunding: «Abbiamo gli strumenti per intercettare l’illegalità — le segnalazioni di operazioni sospette, appunto: vanno utilizzati. Ci attivino: questo è un momento di grande responsabilità collettiva».
"Paolo Savio I professionisti sono le prime antenne per intercettare transazioni anomale
Ci aspettiamo che le strutture di controllo dell’antiriciclaggio funzionino